9 maggio 2024
Aggiornato 00:30
La crisi siriana

Siria: vertice Parigi, assenti Cina e Russia

Hillart Clinton: Condannare la repressione ma anche «misure concrete» contro il regime. Paesi amici: intervenga l'ONU. Diserta fedelissimo di Assad. Ban Ki-moon chiede riduzione osservatori militari

DAMASCO - La conferenza dei «Paesi amici della Siria» che si terrà oggi a Parigi non vedrà la partecipazione di Russia e Cina, come peraltro già accaduto nelle precedenti riunioni di Tunisi e Istanbul: poco probabile dunque che vi possano essere dei progressi notevoli sul fronte diplomatico.
«L'assenza di due potenze da un vertice di questo genere non rappresenta un segnale positivo, ma d'altro canto non possiamo far ricadere tutto su questi due Paesi: sarebbe preferibile una partecipazione generale ma dobbiamo avanzare un passo per volta e sforzarci di coinvolgere altri Paesi», ha commentato il cancelliere tedesco, Angela Merkel.
Secondo fonti diplomatiche la conferenza, alla quale assisterà il Segretario di Stato americano Hillary Clinton (la delegazione italiana sarà guidata dal sottosegretario agli Esteri Marta Dassù) ribadirà la condanna della repressione del regime e annuncerà però anche delle «misure concrete» per fare pressione sul governo di Bashar al-Assad e sostenere la popolazione e l'opposizione siriane.

Paesi amici: intervenga l'ONU. Diserta fedelissimo di Assad - La terza conferenza dei Paesi amici della Siria svoltasi a Parigi si è conclusa con la richiesta di un intervento del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sotto forma di una risoluzione vincolante che imponga la minaccia di sanzioni contro il regime di Damasco. Una richiesta che tuttavia sembra destinata a rimanere insoddisfatta, dal momento che la Russia - grande assente della conferenza, insieme alla Cina - ha ribadito le proprie posizioni dicendosi inoltre contraria alle proposte avanzate dal Consiglio Nazionale Siriano, ovvero la creazione di una zona di interdizione al volo e di corridoi umanitari. «Abbiamo più volte sottolineato come queste decisioni unilaterali siano controproducenti; fra l'altro, la creazione dei corridoi umanitari o di zone di sicurezza sono idee che non vengono appoggiate neanche dalle organizzazioni umanitarie internazionali» ha spiegato il viceministro degli Esteri russo, Gennady Gatilov, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'agenzia di stampa russa Interfax. «Quanto alla no-fly zone, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non ha adottato alcuna decisione del genere né lo farà, dopo quanto accaduto in Libia dove la zona di interdizione al volo è stata utilizzata dalla Nato e da altri alleati per sostenere una delle parti in conflitto», ha concluso il diplomatico.
Ad agitare le acque è infine giunta la diserzione del generale Munaf Tlass, un alto ufficiale dell'esercito che è inoltre amico personale di Assad: l'opposizione siriano ha definito la sua defezione «un duro colpo per il regime» mentre in una e-mail - la cui autenticità peraltro non è stata ancora accertata - lo stesso Tlass ha chiesto ai suoi commilitoni di «abbandonare la cattiva strada» e di seguire il suo esempio. E' salito a 60 il numero delle persone uccise in Siria dalle forze di sicurezza del regime di Bashar al Assad. Lo riporta in un messaggio su Twitter l'emittente araba al Arabiya, citando attivisti dell'opposizione. MAZ

Ban Ki-moon chiede riduzione osservatori militari - Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di ridurre il numero di osservatori militari disarmati in Siria e di porre maggior enfasi sulle iniziative politiche per mettere fine al conflitto nel Paese.
Ban ha chiesto in un rapporto che la missione in Siria abbia una «ridotta componente di osservatori militari» e sia ridispiegata in maggior parte nella capitale Damasco dalle città regionali dove il conflitto si è intensificato nelle ultime settimane.