Siria, Clinton: «una farsa» il veto di Russia e Cina alla risoluzione
Il Segretario di Stato americano: Il fallimento dell'ONU aumenta il rischio di una guerra civile. Terzi: Bocciatura risoluzione ONU «pessima notizia». Nove soldati siriani uccisi negli scontri con i disertori
SOFIA - Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha bollato oggi come una «farsa» il veto opposto da Russia e Cina al progetto di risoluzione Onu per condannare la repressione in atto in Siria. «Quello che è successo ieri alle Nazioni Unite è stata una farsa», ha detto Clinton alla stampa.
Il Segretario di Stato Usa ha annunciato oggi un inasprimento delle sanzioni già in vigore contro Damasco e l'adozione di nuove misure per colpire le fonti di finanziamenti e i carichi di armi «che consentono alla macchina da guerra del regime di operare». Da parte sua, un alto diplomatico Usa ha dichiarato che gli Stati Uniti si adopereranno per «smascherare quanti finanziano ancora il regime e gli inviamo armi che vengono usate contro siriani indifesi, comprese donne e bambini».
Dobbiamo rafforzare la pressione sul regime di Assad - «Quei Paesi che si sono rifiutati di sostenere il piano della Lega araba si sono assunti la piena responsabilità di proteggere il regime brutale di Damasco», ha sottolineato Clinton nella conferenza stampa congiunta con il premier bulgaro Boyko Borisov. Il Segretario di Stato ha quindi precisato che i 13 paesi dei 15 Stati membri del Consiglio di sicurezza che hanno votato per la risoluzione hanno cercato di avviare un «processo di impegno politico che avrebbe portato a una transizione» verso una nuova Siria democratica.
«Temiamo che avendo fallito aumentino le possibilità di una brutale guerra civile», ha aggiunto Clinton, ricordando che i siriani stanno cominciando ad armarsi contro il regime di Bashar al Assad. «Di fronte a un Consiglio di sicurezza castrato dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi fuori dalle Nazioni Unite con quegli alleati e partner che sostengono il diritto del popolo siriano ad avere un futuro migliore - ha proseguito - dobbiamo rafforzare la pressione diplomatica sul regime di Assad e adoperarci per convincere le persone che circondano il Presidente Assad che lui deve lasciare... Lavoreremo con gli amici di una Siria democratica presenti in tutto il mondo per sostenere i piani pacifici dell'opposizione per il cambiamento».
Terzi: Bocciatura risoluzione ONU «pessima notizia» - «La popolazione siriana non può più attendere: la comunità internazionale deve assolutamente trovare la capacità di rispondere alla gravissima crisi, politica e umanitaria, in corso»: lo ha affermato il Ministro degli Esteri Giulio Terzi dopo la «pessima notizia» della bocciatura da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu della risoluzione sulla Siria discussa oggi al palazzo di Vetro di New York.
Come si legge in una nota della Farnesina, «i numeri delle vittime civili della repressione messa in atto dal regime siriano parlano chiaro» ha ribadito Terzi, riconfermando l'impegno italiano, anche in ambito europeo, per mantenere forti le pressioni sul regime del presidente siriano Bashar al-Assad.
Nove soldati siriani uccisi negli scontri con i disertori - Nove militari siriani sono stati uccisi nella notte nel corso di scontri con i disertori nel nord-ovest della Siria. Lo ha detto l'Osservatorio siriano per i diritti dell'Uomo (Sohr). In un comunicato, l'Osservatorio, che ha sede in Gran Bretagna, ha riferito che i nove soldati dell'esercito regolare sono stati uccisi in tre distinti scontri a fuoco avvenuti a Jebel al Zauiya, nella provincia di Idleb (nord-ovest). Altri 21 soldati sono rimasti feriti.
Secondo il Sohr, violenti combattimenti tra soldati siriani e disertori sono in corso anche stamattina ad Hara, località della provincia di Deraa, nel sud del paese, ma non si hanno al momento informazioni su eventuali vittime o feriti.
Ieri Cina e Russia hanno posto il veto a un progetto di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che condannava la repressione della rivolta popolare contro il regime di Bashar al Assad in corso in Siria.
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