Siria, combattimenti intensi nei pressi di Damasco
In corso offensiva dell'esercito regolare con artiglieria pesante. Ancora violenze nel Paese: oggi 66 morti, 26 civili. Risoluzione ONU riscritta dopo la partenza degli osservatori della Lega Araba
BEIRUT - Il portavoce dell'Esercito libero siriano (Asl), comandante Maher Nueimi, ha affermato oggi che i combattimenti con l'esercito regolare si sono intensificati nelle ultime ore, avvicinandosi sempre di più alla capitale.
«Scontri a fuoco hanno avuto luogo fra disertori e truppe regolari a 8 chilometri da Damasco», ha dichiarato il comandante Nueimi via telefono all'Afp, parlando di «una progressione dei combattimenti verso la capitale».
Nueimi, che si trova in Turchia ma riceve regolari rapporti dal campo, ha riferito anche di una «ondata di diserzioni all'interno dell'esercito regolare». Secondo il comandante, 50 militari e ufficiali hanno disertato ieri a Rastan e nella provincia di Homs, nel centro del Paese, e la maggior parte di loro si sono uniti all'Esercito libero siriano, che oggi rivendica almeno 40.000 combattenti.
Nueimi ha aggiunto che il regime ha lanciato «nelle ultime 24 ore una offensiva senza precedenti, utilizzando l'artiglieria pesante», contro delle località della provincia di Damasco, in particolare Qalamun, Rankus, Ghuta e anche Hama, nel centro del Paese.
Ancora violenze nel Paese: oggi 66 morti, 26 civili - E' di 66 morti, di cui 26 civili, il bilancio delle violenze di oggi in Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo precisando che le vittime sono state registrate durante scontri a fuoco nelle provincie di Idleb (nord-ovest), di Deraa (sud), di Homs (centro) e Hama più a sud, oltre che nella regione di Damasco.
Risoluzione ONU riscritta dopo la partenza degli osservatori - I Paesi europei e arabi all'origine di un nuovo progetto di risoluzione sulla Siria al Consiglio di sicurezza dell'Onu hanno cominciato a aggiornare il testo dopo la sospensione, annunciata ieri, della missione degli osservatori arabi. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche occidentali, secondo le quali, la decisione delle Lega araba è la prova della necessità di una azione dell'Onu.
Il testo, sostenuto da Regno Unito, Francia e Germania e dal Marocco, membro arabo del Consiglio di sicurezza, chiede l'appoggio internazionale al piano di uscita dalla crisi difeso della Lega araba, che prevede la cessazione delle violenze e il trasferimento dei poteri dal presidente siriano Bashar al Assad al suo vice prima dell'apertura di negoziati.
«Lavoreremo con il Marocco e gli altri membri del Consiglio per attualizzare la risoluzione», ha spiegato un rappresentante del Regno Unto all'Onu. La Lega araba esporrà martedì i dettagli del suo piano «ma la sospensione della missione è la prova che gli osservatori non sono stati in grado di svolgere il loro lavoro correttamente», ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, ha contattato il suo omologo russo, Serguei Lavrov, per tentare di superare la resistenza di Mosca, alleata di Damasco, al progetto di risoluzione presentato ufficialmente venerdì sera.
La Lega araba ha sospeso la missione in Siria, avviata il 26 dicembre, «a causa della recrudescenza delle violenze» contro i civili. Da martedì le violenze in Siria hanno provocato almeno 210 morti, di cui 142 civili, secondo le cifre fornite dalle Ong siriane.
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