20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Presidenziali USA 2012

Obama riscuote successo tra gli utenti Twitter

Lo dice un sondaggio del Wall Street Journal. Anche LinkedIn sembra propendere per il presidente. Gingrich sempre più in testa, Romney rischia. Tra i due contendenti però non va dimenticato il terzo incomodo che potrebbe essere la grande sorpresa di queste primarie: Ron Paul

NEW YORK - Per arruolare sostenitori, la campagna elettorale del presidente degli Stati Uniti Barack Obama deve semplicemente utilizzare 140 caratteri. Secondo un nuovo sondaggio condotto dal Wall Street Journal e dall'emittente NBC News, tra gli utenti di Twitter il tasso di approvazione dell'operato di Obama è al 69%, del 23% superiore alla media nazionale.
Mentre il sito di microblogging pende a sinistra (il 13% di coloro che si definiscono democratici liberal utilizzano Twitter a fronte dell'8% dei conservatori e del 6% degli affiliati al Tea Party); Facebook riflette l'elettorato, in generale. Solo il 9% degli adulti usano Twitter a fronte del 55% degli adulti che hanno ammesso di utilizzare il social network creato da Mark Zuckerberg, dove il tasso di approvazione di Obama è pari al 47%.

Anche LinkedIn sembra propendere per il presidente. Tra gli utenti del social network dedicato ai professionisti, il 52% si dice favorevole all'operato di Obama.
Il sondaggio è un buon indicatore del ruolo centrale che i social media si sono riusciti a ritagliare. Il 79% degli adulti con meno di 35 anni e il 57% degli ispanici ha ammesso di utilizzare Facebook. Mentre il 14% degli afroamericani adulti ha detto che utilizzano Twitter, il doppio dei bianchi. A maggio, Obama aveva organizzato un forum su Twitter.

Gingrich sempre più in testa, Romney rischia - A poco più di due settimane dall'inizio delle primarie repubblicane, Newt Gingrich consolida il primato nei sondaggi a livello nazionale. L'ex presidente della Camera è davanti di ben 17 punti, con il 40 per cento degli elettori repubblicani a suo favore contro il 23 per cento a Mitt Romney, secondo il più recente sondaggio Nbc / Wall Street Journal. Ancora più eclatante il risultato di Gingrich quando agli elettori viene chiesto chi preferirebbero tra lui, Romney e Ron Paul: nella gara a tre è un trionfo, 53 per cento contro 31 a Romney e 13 per cento a Paul.

Dati sorprendenti per una campagna che in estate sembrava destinata al naufragio, con l'uscita in massa di consulenti e portavoce e un candidato notoriamente prono a gaffe, scatti d'umore e dichiarazioni controverse. Il problema per i repubblicani è che Gingrich è sì davanti comodamente ai rivali di partito, ma le cose si mettono diversamente in un'ipotetica elezione generale contro Barack Obama: dal presidente, Gingrich perde sonoramente 51 a 40. Peggio di Romney, che perderebbe da Obama solo 47 a 45, ben dentro il margine di errore percentuale del sondaggio. Ma Gingrich piace ai conservatori antitasse che danno oggi la linea al partito repubblicano, e questo alle primarie conta più di tutto.
In un anno in cui conta soprattutto chi si identifica nel Tea Party, Romney ha il problema di non essere abbastanza a destra.
Solo il 29 per cento degli elettori che dicono che andranno alle primarie lo ritiene conservatore, contro il 57 per cento che vede Gingrich come un vero conservatore. Per i repubblicani dunque il dilemma è chiaro: scegliere un candidato che soddisfa la base dal punto di vista ideologico ma probabilmente perderà, o una figura meno frizzante che però punta tutto sulla competenza e ha una chance seria di andare alla Casa Bianca?

Mitt Romney intanto punta sulla comunità degli affari, che apprezza il suo background di capitalista doc e versa fondi ingenti nelle casse della sua campagna. Oggi l'ex governatore del Massachusetts è a Manhattan per incontri privati dedicati alla raccolta fondi. Colazione da Cipriani sulla 42esima strada, poi pranzo al Waldorf Astoria con il banchiere di JPMorgan Jimmy Lee, infine cena a Park Avenue da Steve Schwarzman, capo del gigante della private equity Blackstone.
Nomi di punta che raccoglieranno certamente somme ingenti per quello che considerano un amico di Wall Street. Difficile pensare che l'abrasivo Gingrich, professore di storia che non è mai stato vicino alla grande finanza, possa piacere all'establishment quanto Romney.

Tra i due contendenti però non va dimenticato il terzo incomodo che potrebbe essere la grande sorpresa di queste primarie: Ron Paul, il medico texano dalle idee ultra-libertarie che nei sondaggi nello Iowa tallona Gingrich a un punto, 22 a 21.
Nel primo stato che vota, il 2 gennaio, l'ultrà antigovernativo che vuole abolire quasi tutte le tasse è davanti a Romney, che ha solo il 16 per cento. Poco importa che le idee estreme di Paul (Usa fuori da Onu e Nato, esercito alla frontiera messicana, eroina libera) lo rendano una scommessa impossibile per la Casa Bianca. Quest'anno il partito repubblicano punta sull'ideologia, e sia Gingrich che Ron Paul hanno quella che secondo gli elettori a Mitt Romney manca.