Tunisia, in 7 milioni al voto per il dopo Ben Ali
Le operazioni di allestimento dei seggi si sono condotte sinora in modo regolare. Il diritto al voto vale per tutti i tunisini con più di 18 anni eccezione fatta per militari, poliziotti e magistrati
TUNISI - Si vota domani in Tunisia per sancire con le prime vere elezioni libere dopo mezzo secolo di monopartitismo la svolta nel paese che ha dato il via alla cosiddetta «primavera araba». Più di sette milioni gli elettori chiamati alle urne per eleggere i 217 deputati che daranno vita all'assemblea costituente. Le operazioni di allestimento dei seggi si sono condotte sinora in modo regolare. Il diritto al voto vale per tutti i tunisini con più di 18 anni eccezione fatta per militari, poliziotti e magistrati.
Al voto si presentano circa cento partiti ma solo una decina di formazioni sembrano in grado di giocare un ruolo rilevante nel futuro politico del paese dopo oltre 50 anni di partito unico.
In testa nei sondaggi è Ennahda, il principale partito islamico, fondato nel 1981 da Rached Ghannouchi, con un gruppo di intellettuali ispirati dai Fratelli musulmani egiziani. Represso dal padre dell'indipendenza Habib Bourguiba, Ennahda è inizialmente tollerato dal presidente Zine El Abidine Ben Ali, poi impietosamente combattuto negli anni '90.
Altra grande forza è il Partito democratico progressista (Pdp) fondato nel 1983 da Ahmed Nejib Chebbi, avvocato di centro-sinistra dagli orientamenti economici liberali. Il suo partito, legalizzato sotto Ben Ali ma rimasto sempre all'opposizione, è l'unico ad essere guidato da una donna, Maya Jribi, capolista nella regione della capitale.
Ettakatol (forum in arabo), legalizzato nel 2002, è concepito come un partito di elite del centro-sinistra, membro dell'internazionale socialista. .
Ettajdid (ex comunista) guidato da Ahmed Brahim, ha adottato nel 1993 un orientamento social-democratico e ha combattuto per formare la coalizione del «Polo democratico modernista» (Pdm). Composto a maggio, forte di cinque partiti e di indipendenti, il Pdm vuole «fare opposizione» a Ennahda.
Il Congresso per la Repubblica (Cpr) di Moncef Marzouki è stato fondato nel 2001 e subito messo al bando. I suoi dirigenti hanno vissuto in esilio in Francia fino al 2011.
Il Partito comunista operaio di Tunisia (Pcot), il cui leader Hamma Hammami ha a lungo vissuto nella clandestinità, gode di una notevole notorietà, acquisita in 25 anni di lotta per le libertà e per i diritti umani.
Una quarantina di formazioni si contendono l'eredità elettorale del disciolto partito di Stato (Rcd). I più in vista sono al Watan di Mohamed Jegham e al Moubadara di Kamel Morjane, entrambi ex ministri di Ben Ali. La capacità di mobilitazione di queste formazioni è di difficile valutazione.
Il Paese dalla rivolta al voto di domenica - A seguire le date principali della Tunisia dalla rivolta popolare del dicembre 2010 che ha portato alla cacciata del presidente Zine El Abidine Ben Ali dopo 23 anni di potere, dando il via alle sollevazioni nei vicini Paesi arabi (Primavera araba).Domenica 23 sono previste le elezioni parlamentari.
DICEMBRE 2010: Un giovane venditore ambulante di frutta e verdura, Mohamed Bouazizi, per protestare contro il sequestro del suo banchetto da parte della polizia, si dà fuoco a Sidi Bouzid, innescando un movimento contro la disoccupazione e il carovita.
Le manifestazioni si estendono all'intero Paese, trasformandosi in veri e propri moti (300 morti secondo l'Onu).
GENNAIO 2011 - Ben Ali fugge in Arabia saudita. Stato di emergenza prorogato fino al 30 novembre.
Il Consiglio costituzionale nomina Fouad Mebazaa presidente ad interim.
Il Primo ministro Mohamed Ghannouchi annuncia un «governo di unità nazionale»: i ministri del governo uscente conservano i posti chiave.
La pressione contro il governo si accentua a Tunisi, dove sbarcano migliaia di giovani della provincia.
L'esercito si erge a «garante della rivoluzione».
Mandato d'arresto internazionale contro Ben Ali e la moglie Leila Trabelsi.
Nuovo governo di transizione epurato dai principali cacicchi dell'ex regime.
Ritorno dall'esilio del leader dell'opposizione islamica tunisina Rached Ghannouchi.
FEBBRAIO - Fouad Mebazaa investito dei poteri di crisi.
Amnistia generale dei prigionieri politici.
manifestanti anti-governativi a Tunisi. Scontri con i poliziotti, commissariati incendiati e saccheggiati.
Annuncio del sequestro dei beni di membri della famiglia Ben Ali.
Il capo del governo Ghannouchi dà le dimissioni, gli succede Beji Caid Essebsi.
MARZO - Legalizzazione del movimento islamico Ennahda.
Nuovo governo dove non figurano più ministri che erano in carica nell'ultimo governo sotto Ben Ali. Annuncio della soppressione della Sicurezza dello Stato e di qualsiasi organizzazione di polizia politica. Scioglimento del Raggruppamento costituzionale democratico (Rcd) di Ben Ali.
Legalizzazione di 10 partiti (attualmente sono un centinaio i partiti legalizzati).
MAGGIO - Nuove manifestazioni a Tunisi.
GIUGNO - Rinvio al 23 ottobre delle elezioni per l'Assemblea costituente inizialmente previste il 24 luglio.
LUGLIO - Primo processo Ben Ali. L'ex presidente tunisino viene condannato in contumacia a 15 anni e mezzo di prigione per detenzione di armi, di stupefacenti e di reperti archeologici.
Violenze in diverse città.
Terzo processo in contumacia di Ben Ali che viene condannato a 16 anni di carcere per corruzione e frodi immobiliari; nello stesso processo condannati anche la figlia Nesrine e il genero Sakhr al Materi, rispettivamente a otto e 16 anni di reclusione.
AGOSTO - Manifestazioni a Tunisi per una magistratura indipendente, dopo la liberazione di ex ministri e l'impunità accordata a degli ex dignitari.
Ali Seriati, ex capo della sicurezza presidenziale, viene assolto in un processo per falsificazione di passaporti, ma resta in carcere per complotto contro la sicurezza interna dello Stato.
Pene detentive da quattro a sei mesi contro 25 membri della famiglia Ben Ali e della moglie Leila Trabelsi.
SETTEMBRE - Il governo annuncia una rigida applicazione dello stato di emergenza e vieta ogni attività sindacale nell'ambito delle forze di sicurezza, dopo le violenze nelle regioni più povere.
OTTOBRE - Moez Trabelsi, nipote di Leila Trabelsi, viene arrestato a Roma.
Barack Obama riceve Caid Essebsi e si dice «rassicurato dai progressi» della Tunisia.
l'abitazione dell'ad dell'emittente satellitare Nessma TV viene attaccata da estremisti per aver mandato in onda, il 7 ottobre, il film di animazione franco-iraniano «Persepolis» (2007).
Secondo gli integralisti islamici nella pellicola vi è una scena «blasfema».