Palestina nell'ONU, Obama prova a convincere Abu Mazen
Frattini: «Situazione fluida, ancora non c`è soluzione». Hague: «Dal Quartetto nessun progresso per il rilancio dei negoziati». Ministro Anp: «Gli USA ci ripensino». Scontri a Nablus fra coloni e palestinesi: feriti
NEW YORK - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, incontrerà questa sera il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Lo ha annunciato la Casa Bianca.
L'incontro, che non era previsto nell'agenda iniziale di Obama, si svolgerà alle 18 ora locale, mezzanotte in Italia, ha precisato il vice-consigliere di Obama per la sicurezza nazionale, Ben Rhodes. Abu Mazen ha detto di voler presentare venerdì una richiesta di adesione all'Onu di uno Stato palestinese, eventualità che gli Stati Uniti vorrebbero scongiurare.
Frattini: «Situazione fluida, ancora non c'è soluzione» - Se i leader mondiali, riuniti a New York per la 66ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non riusciranno a trovare nelle prossime 48 ore una formula che convinca palestinesi e israeliani a tornare al tavolo del negoziato diretto per ricercare un accordo di pace entro una data certa, il presidente palestinese Abu Mazen venerdì chiederà al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di riconoscere ufficialmente uno Stato palestinese indipendente che possa entrare a pieno titolo nell'organizzazione internazionale. Una iniziativa giudicata negativamente sia da Israele sia dagli Stati Uniti, con questi ultimi pronti a mettere il veto a una eventuale richiesta palestinese.
Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi giorni dalla diplomazia, la soluzione per arginare l'iniziativa di Abu Mazen e riportare le due parti al tavolo delle trattative, scongiurando anche una pericolosa frattura tra Stati Uniti ed Europa su questa questione, non è stata ancora trovata. «Siamo in una fase di estrema fluidità», ha detto ieri sera ai giornalisti il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel corso di un punto stampa presso la sede della missione permanente dell'Italia alle Nazioni. Una fase in cui, ha proseguito il ministro, «con mia estrema soddisfazione, il punto su cui tutti certamente siamo d'accordo è che la unità europea, e quindi la necessità assoluta di trovare una soluzione che eviti divisioni e voti separati trova tutti fortemente d'accordo, e la signora Ashton (responsabile per la politica estera dell'Ue, ndr.) è molto impegnata nei suoi contatti a preservare questa unità europea».
Chavez sostiene i palestinesi - Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha inviato oggi una lettera al Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, nella quale sostiene l'iniziativa dei palestinesi volta ad ottenere l'adesione del loro Stato all'Onu. Chavez, che quest'anno non può partecipare all'Assemblea generale delle Nazioni unite perché si sta sottoponendo ad un trattamento di chemioterapia a Cuba, dichiara nella missiva che il Venezuela sostiene pienamente «il diritto della Palestina a diventare uno Stato libero, sovrano e indipendente».
«Sarebbe un atto di giustizia storico nei confronti di un popolo che subisce, da tempi immemorabili, tutto il dolore e la sofferenza del mondo», ha aggiunto nella lettera. «La causa palestinese è innanzitutto definita dalle ingiustizie di cui il popolo ha sofferto e continua a soffrire. E oso aggiungere che rappresenta anche la costante e inflessibile volontà di resistere», afferma ancora Chavez.
Il presidente venezuelano nella lettera critica anche gli Stati Uniti che hanno minacciato di opporre il loro veto alla iniziativa palestinese al Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Hague: «Dal Quartetto nessun progresso per il rilancio dei negoziati» - Il Quartetto per il Medio Oriente non ha fatto alcun progresso nella preparazione di una dichiarazione per rilanciare i negoziati israelo-palestinesi: lo ha dichiarato a New York il titolare del Foreign Office, William Hague.
«Non ci sono progressi da segnalare al momento», ha detto Hague alla stampa. Il capo della diplomazia britannica rispondeva ad una domanda sull'eventualità che il Quartetto (Stati Uniti, Onu, Russia e Ue) adotti una dichiarazione che punti a rilanciare il processo di pace e ad evitare un confronto all'Onu sulla richiesta di adesione di uno Stato palestinese che l'Anp intende presentare venerdì.
Ministro Anp: «Gli USA ci ripensino» - Gli Stati Uniti devono rivedere la loro posizione per armonizzarla con «la maggioranza» dei Paesi favorevoli alla domanda di riconoscimento alle Nazioni Unite di uno stato palestinese. Lon ha affermato il ministro degli Esteri dell'Anp (Autorità nazionale palestinese), Ryad al Maliki.
«Non sappiamo per il momento come reagiranno gli Stati Uniti. (...) Speriamo che rivedano la loro posizione e si mettano dalla parte della maggioranza dei Paesi», ha dichiarato Maliki a margine di un colloquio con il suo omologo venezuelano, Nicolas Maduro.
Scontri a Nablus fra coloni e palestinesi: feriti - Scontri fra un centinaio di coloni israeliani e dei palestinesi si sono verificati oggi nel villaggio di Asira al Qibiliya, nei pressi di Nablus, nel nord della Cisgiordania.
Secondo testimoni palestinesi, citati da Afp, un gruppo di coloni del vicino insediamento di Yitzhar, ha attaccato il villaggio, in una zona dove gli scontri fra israeliani e palestinesi sono frequenti. I coloni, alcuni provvisti di sbarre di ferro e armi da fuoco, e i palestinesi si sono presi a sassate. Diversi palestinesi sono rimasti feriti secondo un fotografo dell'Afp, fra cui un giornalista dell'agenzia di stampa Wafa che è stato picchiato dai coloni. Guardie di frontiera e soldati israeliani sono intervenuti con proiettili di gomma e lacrimogeni per tentare di ristabilire l'ordine.
Ieri sera, dei coloni israeliani avevano incendiato un oliveto, distrutto 500 alberi, vicino a Nablus, secondo i servizi di sicurezza palestinesi locali.
Gli incidenti sono in aumento in Cisgiordania fra coloni estremisti e palestinesi con l'approssimarsi della richiesta di adesione di uno Stato palestinese questa settimana all'Onu.
Questa sera sono state organizzate delle marce dai coloni in Cisgiordania contro l'iniziativa palestinese.