23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Nonostante la no-fly zone

Raid aereo di Gheddafi su Misurata

Le tribù restano col rais. A Lampedusa è di nuovo emergenza sbarchi

TRIPOLI - Nonostante la no-fly zone decisa dalla Nato, l'esercito libico è riuscito a organizzare un raid aereo e a bombardare Misurata, privando la città delle sue riserve di combustibile. Da Tripoli le tribù libiche ribadiscono il loro sostegno al regime mentre a Lampedusa è nuovamente emergenza sbarchi.

Aerei del governo libico hanno bombardato i depositi petroliferi di Misurata dando fuoco ai serbatoi e scatenando incendi in tutta la zona portuale. Secondo gli insorti, citati da Al Jazeera, nonostante la no-fly zone le forze di Tripoli sono riuscite a far decollare alcuni piccoli aerei normalmente usati per spargere fertilizzanti e pesticidi in agricoltura. Sempre i ribelli riferiscono di aver informato la Nato di questa operazione dei lealisti ma di non aver sinora avuto alcun riscontro dall'Alleanza. La fonte degli insorti spiega che a questo punto per Misurata si apre un «altro grave problema. Quelle bombardate erano le uniche fonte di combustibile in città. Nei serbatoi distrutti c'era combustibile per almeno tre mesi».

Sul piano politica, la conferenza Nazionale delle tribù libiche riunita ieri a Tripoli ha riaffermato il suo sostegno a Gheddafi e definito «traditori» gli insorti che stanno combattendo il regime ma anche chiesto un'«amnistia generale» per chiudere il conflitto.

Proseguono intanto gli sbarchi a Lampedusa dove ore è riesplosa l'emergenza immigrati. La notte scorsa sull'isola sono approdati due barconi con a bordo 842 extracomunitari partiti dalla Libia. Nelle ultime 36 ore a Lampedusa erano già arrivati oltre 1100 immigrati, 1066 dei quali erano stati imbarcati a bordo del traghetto «Excelsior», appartenente alla flotta Grandi Navi Veloci, che dopo essere salpata da Cala Pisana in serata, ha fatto rotta verso Taranto.