3 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Alle prossime elezioni egiziane

Egitto, Nunzio: Alle urne Cristiani e Musulmani negli stessi partiti

«Mantenere senso di unità del popolo che si è visto con rivolta»

IL CAIRO - Alle prossime elezioni in Egitto, annunciate per settembre, «è molto improbabile che si formi un partito esplicitamente cristiano in un Paese in cui i cristiani formano non più del 10% della popolazione, ma cristiani e musulmani si ritroveranno insieme in partiti di tendenze differenti, come socialisti o liberali». Lo afferma Michael Louis Fitzgerald, ex-presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, oggi nunzio apostolico al Cairo. «Il risultato è molto incerto».

Mons. Fitzgerald, in un'intervista al mensile internazionale dei gesuiti 'Popoli', spiega: «Il 28 marzo sono state annunciate per settembre le elezioni parlamentari. Nel frattempo le fazioni politiche si stanno preparando per il confronto. Dall'ala islamista sono già stati annunciati diversi partiti: il Partito per libertà e giustizia dei Fratelli Musulmani (che sotto il precedente regime avevano il divieto di condurre campagne elettorali); Al Wasat (il Centro), un partito moderato fondato da un dissidente della Fratellanza Musulmana; il movimento Salafi, influenzato dai wahabiti dell'Arabia Saudita. C'è quindi una certa frammentazione che sarà riflessa da una simile divisione anche dall'altra parte».

Il nunzio commenta così la rivolta che ha fatto cadere Mubarak: «Come rappresentante di un'entità straniera (così è vista la Santa Sede in Egitto), uno non è e non dovrebbe essere coinvolto. Allo stesso tempo si può accompagnare il movimento con la preghiera e, quando si presenta l'occasione, dando un incoraggiamento. I difetti del precedente regime erano evidenti e il malcontento della popolazione per la mancanza di libertà politica e l'assenza di giustizia sociale erano ben noti, tuttavia la caduta del regime è stata una sorpresa. L'esplosione di orgoglio nazionale e l'unità del popolo sono state impressionanti. Ora, nel periodo post-rivoluzionario, sarà importante cercare di mantenere questo senso di unità».