In Egitto bloccati gli accessi al Parlamento
Altre tende in piazza Tahrir, slogan gridati dalle prime ore del mattino
IL CAIRO - I manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak restano fortemente mobilitati in piazza Tahrir al Cairo, nonostante la minaccia del governo di far intervenire l'esercito in caso di «caos». Dalle prime ore del mattino, i dimostranti gridano «Il popolo vuol far cadere il regime», Leitmotiv della mega contestazione contro il rais egiziano, al potere da quasi trent'anni.
«Alaa (figlio più vecchio del presidente) dice a papà che un quarto di secolo è sufficiente!», gridano altri. Molti sventolano le foto dei martiri caduti durante le violenze che hanno fatto circa 300 morti, secondo le Nazioni Unite e Human Rights Watch, dall'inizio della protesta. Altre tende sono state installate sulla piazza centrale del Cairo, divenuta simbolo della rivolta scoppiata il 25 gennaio e occupata giorno e notte dal 28 gennaio dai manifestanti. Carri armati dell'esercito restano posizionati vicino al Museo egiziano, accanto alla piazza.
Ieri centinaia di manifestanti hanno accerchiato il Parlamento e la sede del governo nella capitale egiziana, che si trovano l'uno di fronte all'altro. Alcuni dimostranti hanno trascorso la notte ai bordi della strada che porta al Parlamento, dentro a delle tende di plastica. Oggi i due accessi alle strade che portano al Parlamento sono bloccati. «No a Suleiman!», «No agli agenti americani», «No agli spioni israeliani», «Abbasso Mubarak», sono altri slogan scanditi dai manifestanti. (fonte afp)
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