28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Cisgiordania

Territori, scade la moratoria. Corsa per salvare il dialogo

Countdown nell'insedimento di Revava. Il Premier israeliano Netanyahu: «Evitare provocazioni»

GERUSALEMME - Nell'insediamento ebraico di Revava, in Cisgiordania, è già finito il conto alla rovescia: migliaia di coloni, attrezzi di lavoro in pugno, erano attesi stanotte ad un raduno organizzato con l'intento di mostrare al mondo la ripresa dei lavori di costruzione. La moratoria di dieci mesi imposta alla politica coloniale israeliana è scaduta a mezzanotte e ciò che accadrà dopo rischia di imprimere una nuova, brusca, battuta di arresto ai negoziati di pace tra israeliani e palestinesi.

NETANYAHU - Il premier dello Stato ebraico Benjamin Netanyahu ha chiesto ai coloni di «dare prova di moderazione», evitando le provocazioni. Un atteggiamento di prudenza sposato anche dal leader dell'Anp Abu Mazen, che ha lasciato New York per recarsi in visita in Francia. I palestinesi non lanceranno una nuova Intifada qualora i colloqui di pace con Israele dovessero arenarsi: «Abbiamo provato l'Intifada - ha detto - e ci ha portato solo tanti danni».

ABU MAZEN - I colloqui, però, sono altra cosa. E su questo, Abu Mazen non si sente di fornire garanzie. «Noi prenderemo una decisione in base agli sviluppi sul terreno», ha spiegato. Una dichiarazione in linea con quanto affermato già nei giorni scorsi, quando il leader dell'Anp ha più volte ribadito l'intenzione di abbandonare i colloqui di pace qualora Israele avesse ripreso la costruzione delle colonie. Intanto Abu Mazen ha annunciato per il prossimo 4 ottobre un vertice della Lega Araba proprio sui negoziati di pace con Israele.

NEGOZIATI - Scaduta a mezzanotte la moratoria, i negoziati di pace israelo-palestinesi sono nuovamente in impasse, mentre i coloni israeliani festeggiano. Nella notte, il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto al premier israeliano di «prendere la decisione di bloccare la colonizzazione» per permettere ai negoziati di procedere: «Abu Mazen vuole continuare i negoziati, ma Netanyahu deve prendere la decisione di congelare la colonizzazione, per creare così un'atmosfera favorevole alla ripresa delle trattative», ha detto il portavoce dell'Autorità palestinese.
Dal canto suo, Benjamin Netanyahu aveva poco prima esortato Abu Mazen «a restare al tavolo dei negoziati, sinceri ed onesti, appena avviati, per trovare una pace duratura fra i nostri due popoli». Nel comunicato Netanyahu non faceva alcun riferimento a una proroga della moratoria di 10 mesi per il blocco dei nuovi insediamenti ebraici, scaduta a mezzanotte.

CLINTON - Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha parlato ieri al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per chiedergli di prorogare la moratoria di dieci mesi sulle costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania, scaduta a mezzanotte. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Haaretz.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha detto che l'amministrazione Obama sta facendo pressioni affinché «i colloqui di pace continuino», ribadendo che gli Stati Uniti si oppongono alla ripresa delle costruzioni negli insediamenti. «La nostra posizione nelle colonie non è cambiata», ha affermato Crowley. «Restiamo in stretto contatto con entrambe le parti», ha proseguito il portavoce, «e ci incontreremo ancora nei prossimi giorni. Restiamo concentrati per sull'obiettivo di far avanzare i negoziati verso la soluzione dei due Stati (coesistenti in pace) e incoraggiare azioni costruttive verso questo obiettivo».