L'Iran dice sì allo scambio di uranio arricchito, «in principio»
Il Ministro degli Esteri Mottaki: «abbiamo accettato la proposta Aiea, ma ci sono ancora divergenze sui meccanismi»
MANAMA - L'Iran è pronto ad accettare, «in linea di principio» la proposta per inviare all'estero il suo uranio arricchito per ottenere in cambio barre di combustibile nucleare, come proposto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki durante un forum sulla sicurezza in corso in Bahrein, nel Golfo Persico, al quale partecipano Iran, Iraq, Pakistan, Afghanistan e Stati Uniti.
«Abbiamo accettato la proposta in linea di principio», ha detto Mottaki, «ma con divergenze nel meccanismo». «In una prima fase noi forniremmo 400 chili di uranio arricchito al 3,5% per ottenerne in cambio l'equivalente in uranio arricchito al 20%», ha precisato il ministro. L'Iran ha circa 1.500 chili di uranio leggermente arricchito al 3,5%, ma insiste di aver bisogno di arricchirlo al 20% per far funzionare un reattore che sostiene servirebbe a finalità di ricerca. Gli Stati Uniti e le altre potenze atomiche sospettano invece che l'obiettivo di Teheran sia di sviluppare tecnologie necessarie per procurarsi armi nucleari.
A ottobre l'Aiea aveva proposto all'Iran di inviare in Russia il 70% del suo uranio per completarne l'arricchimento e poi farlo trasformare in barre di combustibile in Francia. Teheran insiste invece per effettuare l'arricchimento sull'isola di Kish, nel Golfo Persico. Nelle ultime settimane l'Iran ha continuato a mandare messaggi contrastanti e ambigui sulla proposta dell'Aiea. Ieri Unione europea e Stati uniti hanno ancora una volta messo in guardia Teheran su «conseguenze» e nuove sanzioni se l'Iran non darà una risposta positiva alle loro proposte prima della fine dell'anno.
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