18 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Medio Oriente. La «questione» degli insediamenti

Israele non accetta restrizioni a Gerusalemme

Fonti governative israeliane escludono una crisi con gli USA. Le autorità hanno autorizzato la costruzione di 900 nuove case

GERUSALEMME - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è disposto a limitare le costruzioni di nuove case e infrastrutture negli insediamenti ebraici in Cisgiordania, ma non accetterà mai restrizioni nei quartieri di Gerusalemme: lo ha detto una fonte governativa israeliana, citata dal Jerusalem Post, dopo che ieri le autorità israeliane hanno autorizzato la costruzione di 900 nuove case nel quartiere di Gilo, a Gerusalemme Est.

GLI STATI UNITI «SGOMENTI» - L'annuncio delle nuove costruzioni ha suscitato un coro di proteste. «La decisione del governo israeliano ci lascia sgomenti», ha dichiarato da Pechino il portavoce della Casa BIanca, Robert Gibbs. «Nel momento in cui stiamo lavorando a rilanciare i negoziati - ha aggiunto - questa mossa rende più difficile che i nostri sforzi abbiano successo».

CRITICHE DA BAN KI-MOON - Pesanti critiche sono giunte anche da Londra e dalle Nazioni Unite, con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che ha deplorato l'autorizzazione concessa per le nuove case. Per Saeb Erekat, capo negoziatore dell'Autorità Palestinese, non ha senso parlare di pace mentre Israele espande i suoi quartieri ebraici a Gerusalemme Est: «Condanniamo questo atto nel modo più assoluto», ha dichiarato.

Fonti vicine a Netanyahu, citate da Ynet - l'edizione online dello Yedioth Ahronoth - hanno detto che le critiche da parte degli Stati Uniti erano in un certo senso attese, e hanno rassicurato che non c'è alcuna crisi tra il governo israeliano e la Casa Bianca. Tuttavia, non è mancata una certa sorpresa tra i funzionari israeliani per l'intensità della reazione.