Papa: «Come ebrei e musulmani vogliamo pace e libertà»
Incontro col patriarca greco ortodosso a Gerusalemme
GERUSALEMME - Nell'ultimo giorno in Terra Santa, il Papa prega «perché si comprenda che le aspirazioni dei cristiani di Gerusalemme sono in sintonia con le aspirazioni di tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro religione: una vita contrassegnata da libertà religiosa e da coesistenza pacifica e - in particolare per le giovani generazioni - il libero accesso all'educazione e all'impegno, la prospettiva di una conveniente ospitalità e residenza familiare e la possibilità di trarre vantaggio da una situazione di stabilità economica e di contribuirvi».
«Mi sembra - ha detto ancora - che il servizio più grande che i cristiani di Gerusalemme possono dare ai propri concittadini, sia di allevare ed educare una nuova generazione di cristiani ben formati ed impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa». Il Papa ha altresì invitato i seguaci di Cristo a dare una «testimonianza vigorosa» della propria fede. «E' imperativo», ha detto.
Ad un incontro con il patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, Benedetto XVI ha poi invitato le varie confessioni cristiane - lacerate, proprio a Gerusalemme, da divergenze ecclesiologiche e contenziosi patrimoniali - a perseguire con maggiore determinazione l'unita'. «Dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione», ha detto. E poi, ricordando che il patriarcato greco-ortodosso si trova a pochi metri dal Santo Seplocro dove morì Gesù, ha commentato: «Chi potrebbe non sentirsi sospinto a porre la pienezza della buona volontà, della sana dottrina e del desiderio spirituale nel nostro impegno ecumenico?».