19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Medio Oriente

Hamas: «Non riconosceremo Israele come vuole Quartetto»

Lo ha detto deputato Mushir Masri dopo fine colloqui con Fatah

GERUSALEMME - «Hamas proverà ad essere flessibile ma non farà concessioni a spese dei suoi principi. Non accetteremo le condizioni del Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu) che prevedono il riconoscimento di Israele, la fine della resistenza e la rinuncia al 78% della Palestina fatta dall'Olp».

Con queste parole il deputato di Hamas, Mushir Masri, ha commentato oggi a Gaza i colloqui per la formazione di un governo di unità nazionale avuti dal movimento islamico con Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, e che si sono conclusi ieri sera al Cairo senza un accordo. I negoziati riprenderanno il 16 maggio, sempre nella capitale egiziana.

«I problemi principali che ostacolano la riconciliazione (tra Hamas e Fatah) non sono stati risolti al Cairo - ha aggiunto Masri - il programma del nuovo esecutivo palestinese rimane il nodo più difficile».

Secondo gli analisti la conclusione senza successo delle trattative al Cairo ha confermato le differenze ampie esistenti tra Hamas e Fatah e l'impossibilità, almeno nelle condizioni attuali, di un accordo tra le due parti. Il movimento islamico non ha intenzione di riconoscere Israele come chiede il Quartetto mentre Fatah ripete che solo il riconoscimento dello Stato ebraico garantirà ai palestinesi la fine dell'occupazione israeliana, la revoca del blocco di Gaza e, in definitiva, l'appoggio internazionale necessario per arrivare alla creazione di uno Stato indipendente in Cisgiordania, Gaza con capitale il settore arabo (Est) di Gerusalemme.

Sempre oggi Saeb Erekat, capo del team palestinese nei negoziati con Israele, ha precisato che l'Autorità Nazionale di Abu Mazen firmerà un eventuale accordo con Israele quando i territori palestinesi torneranno ad essere uniti. Hamas nel giugno 2007 ha preso, con la forza, il potere a Gaza lasciando ad Abu Mazen solo il controllo delle città autonome palestinesi in Cisgiordania. .

«Non ci sarà alcuna soluzione politica (del conflitto) sino a quando Gerusalemme, Cisgiordania e Gaza rimarranno divise», ha avvertito Erekat