1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Il partenariato orientale

Un nuovo e ambizioso capitolo nelle relazioni dell'UE con i suoi vicini orientali

La proposta della Commissione per un nuovo partenariato orientale costituisce una svolta nelle relazioni dell'UE con l'Armenia, l'Azerbaigian, la Bielorussia, la Georgia, la Moldova e l'Ucraina

La proposta della Commissione per un nuovo partenariato orientale costituisce una svolta nelle relazioni dell'UE con l'Armenia, l'Azerbaigian, la Bielorussia, la Georgia, la Moldova e l'Ucraina. Questo ambizioso partenariato prevede un sostanziale potenziamento del livello di impegno politico, con particolare riguardo alla prospettiva di una nuova generazione di accordi di associazione, un'integrazione approfondita nell'economia dell'UE, regole più semplici per i cittadini dei paesi partner che si recano in viaggio nell'Unione – a condizione che vengano rispettati determinati requisiti di sicurezza – intese rafforzate in materia di sicurezza energetica che vadano a beneficio di tutte le parti in causa e un'accresciuta assistenza finanziaria. L'UE propone un sostegno quotidiano assai più consistente per affiancare le iniziative di riforma dei paesi partner mediante un nuovo programma globale di potenziamento istituzionale, come pure una nuova dimensione multilaterale che unirà gli sforzi di entrambe le parti per affrontare sfide comuni . Il partenariato orientale comprende nuove misure destinate allo sviluppo socioeconomico dei sei paesi interessati e cinque «iniziative faro» che rappresenteranno la concreta dimostrazione del sostegno fornito dall'UE.

Il presidente José Manuel Barroso ha dichiarato: «Gli obiettivi di associazione politica e integrazione economica del partenariato orientale potranno essere raggiunti solo grazie a una forte volontà e a un deciso impegno sul piano politico da entrambi i lati. È necessario investire in misura ancora maggiore nella reciproca stabilità e prosperità - uno sforzo che darà ben presto i suoi frutti sotto forma di considerevoli benefici politici ed economici e che comporterà un accresciuto livello di stabilità e di sicurezza sia per l'Unione che per i suoi paesi partner orientali.»

«I tempi sono maturi per aprire un nuovo capitolo nelle relazioni con i nostri vicini orientali» – ha aggiunto il commissario responsabile delle Relazioni esterne e della politica europea di vicinato Benita Ferrero-Waldner. «Sulla base dei passi in avanti compiuti negli ultimi anni, abbiamo predisposto un'offerta al tempo stesso ambiziosa ed equilibrata. Gli avvenimenti che hanno luogo nell'Europa orientale e nel Caucaso meridionale incidono sulla sicurezza e la stabilità dell'Unione europea. La nostra politica nei confronti di questi paesi deve essere forte, proattiva e priva di ambiguità. L'approccio dell'UE, che ha già dato buoni risultati, continuerà ad articolarsi in programmi su misura per le specifiche esigenze dei singoli paesi, benché su scala diversa e con l'aggiunta di una forte dimensione multilaterale. Pur rimanendo saldamente ancorati al principio che i progressi compiuti devono andare di pari passo con le iniziative di riforma adottate dai nostri partner, con questo nuovo pacchetto di misure offriamo anche un sostegno più approfondito per aiutarli a conseguire i loro obiettivi.»

Il partenariato orientale è la risposta all'auspicio dei vicini orientali dell'UE di ridurre la distanza che li separa dall'Unione; d'altra parte, rientra anche tra gli interessi fondamentali di quest'ultima contribuire al rafforzamento della stabilità, a una migliore governance e allo sviluppo economico alle sue frontiere orientali.

Dal 1989 a oggi il fronte orientale dell'Unione europea è stato teatro di grandi rivolgimenti. Gli allargamenti che si sono succeduti negli ultimi anni hanno determinato una maggiore prossimità geografica con i nostri vicini orientali, mentre le riforme sostenute dalla politica europea di vicinato (PEV) sono servite a ridurre il divario politico ed economico tra l'Unione e questi paesi. L'UE è chiamata sempre più ad aiutarli a far fronte alle sfide politiche ed economiche cui essi sono confrontati e a sostenerli nella loro aspirazione a coltivare relazioni più strette con l'Unione stessa, non da ultimo alla luce del conflitto scoppiato la scorsa estate in Georgia. In seguito agli scontri nel Caucaso, il Consiglio europeo del 1° settembre ha chiesto alla Commissione di anticipare la presentazione della sua proposta sul partenariato orientale.

A seguito di consultazioni con i paesi partner orientali, la Commissione propone l'approfondimento delle relazioni bilaterali con tali paesi e la realizzazione di un nuovo quadro multilaterale di cooperazione.

Le principali novità dell'iniziativa si possono così riassumere:
• Nuovi accordi di associazione comprendenti accordi di libero scambio globali e approfonditi con i partner desiderosi e in grado di sottoscrivere con l'UE gli impegni più onerosi e ad ampio raggio che ne conseguono;
• Programmi globali finanziati dall'Unione per migliorare la capacità amministrativa dei partner;
• Graduale integrazione nell'economia dell'UE (con ritmo diseguale, per tenere opportunamente conto del diverso livello di sviluppo economico dei singoli paesi partner), segnatamente mediante impegni giuridicamente vincolanti sul ravvicinamento delle normative;
• Incoraggiare i paesi partner a costituire tra loro una rete di libero scambio che potrebbe trasformarsi, a lungo termine, in una comunità economica di vicinato;
• La conclusione di «patti in materia di mobilità e sicurezza» che consentano di agevolare gli spostamenti legittimi nell'UE dei cittadini dei paesi interessati e, nel contempo, di intensificare le iniziative di lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e alla migrazione illegale. Tali patti dovrebbero prevedere anche l'adeguamento alle normative comunitarie dei sistemi di asilo, l'istituzione di strutture di gestione integrata delle frontiere ecc., con l'obiettivo ultimo di creare un regime di esenzione dall'obbligo del visto con tutti i partner che intendono aderirvi;
• La Commissione esaminerà le possibilità di mobilità della forza lavoro ai fini di una maggiore apertura del mercato del lavoro UE;
• Un livello rafforzato di sicurezza energetica per l'Unione e per i paesi partner orientali;
• Programmi di sostegno allo sviluppo socioeconomico dei paesi partner, intesi in particolare ad affrontare e risolvere le nette diseguaglianze sul piano sociale ed economico presenti al loro interno;
• Creazione di quattro piattaforme di politica multilaterali: democrazia, buona governance e stabilità; integrazione economica e convergenza con le politiche comunitarie; sicurezza energetica; e, infine, contatti con la società civile per consolidare il sostegno alle iniziative puntuali di riforma dei partner;
• Iniziative faro: programma di gestione integrata delle frontiere; strumento per le PMI; sviluppo dei mercati regionali dell'energia elettrica e promozione dell'efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili; realizzazione del corridoio energetico meridionale; cooperazione in materia di prevenzione, preparazione e risposta alle calamità naturali e alle catastrofi causate dall'azione dell'uomo;
• Maggiori contatti con la società civile e un più ampio coinvolgimento di quest'ultima e di altre parti interessate, con particolare riguardo al Parlamento europeo;
• Assistenza finanziaria supplementare.

La Commissione propone di varare questa iniziativa nella primavera del 2009 nell'ambito di uno speciale «vertice del partenariato orientale».