Tripoli pronta a riprendere le sue esportazioni di petrolio
Il Governo libico sblocca i fondi per la compagnia petrolifera nazionale. I terminal di Ras Lanuf e al Sidra, con una capacità rispettiva di 200mila e di 500mila barili al giorno, sono chiusi dal gennaio scorso quando i serbatoi furono incendiati da una serie di attacchi dell'Isis.
TRIPOLI - La National Oil Company, la compagnia petrolifera libica, ha dichiarato di essere pronta a riprendere le esportazioni di greggio, bloccate da mesi a causa di divergenze politiche e di attacchi terroristici. Imminente è infatti la riapertura dei due terminal petroliferi principali del paese, a seguito di un accordo con il governo di unità nazionale che siede a Tripoli. «Stiamo per avviare i lavori per la ripresa delle esportazioni dai porti che erano stati chiusi e dai giacimenti che li rifornivano», ha indicato in un comunicato la compagnia.
Sbloccati i fondi per la compagnia petrolifera nazionale
I terminal di Ras Lanuf e al Sidra, con una capacità rispettiva di 200mila e di 500mila barili al giorno, sono chiusi dal gennaio scorso quando i serbatoi furono incendiati da una serie di attacchi dell'Isis. Il governo di Tripoli ha deciso di sbloccare i fondi necessari per consentire alla compagnia di incrementare progressivamente la produzione a circa 900mila barili al giorno, entro la fine del 2016.
Il settore energetico libico, principale fonte del reddito nazionale, con riserve stimate a 48 milioni di barili è il più grande dell'Africa. È gestito dalla National Oil Company che si è però divisa in due gruppi ostili. Il principale ha sede nella capitale e fa capo al governo di Tripoli mentre il rivale, che ha sede nell'Est del paese, è vicino a un esecutivo parallelo che rifiuta di cedere il potere al governo riconosciuto dalla comunità internazionale.
(Immagini Afp)
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