29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Politiche europee

Caro energia, Gentiloni insiste su nuovo strumento di bilancio UE

Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha anche criticato gli Stati membri per essersi fatti la concorrenza fra loro nell'acquisto di gas sul mercato, invece di negoziare prezzi più bassi in modo congiunto.

Il commissario europeo, Paolo Gentiloni
Il commissario europeo, Paolo Gentiloni Foto: Unione Europea

BRUXELLES - Il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, ha ribadito la necessità di rispondere all'attuale crisi dei prezzi energetici con una forte azione congiunta e anche con uno strumento di bilancio comune dell'Ue, sul modello di Sure (prestiti agli Stati membri finanziati con l'emissione di debito comune sui mercati), il programma che è stato usato con successo per sostenere i sistemi nazionali di cassa integrazione durante la crisi pandemica.

Parlando alla Georgetown University di Washington, a margine degli incontri annuali del Fmi nella capitale Usa, Gentiloni ha anche criticato gli Stati membri per essersi fatti la concorrenza fra loro nell'acquisto di gas sul mercato, invece di negoziare prezzi più bassi in modo congiunto, come ha proposto dal marzo scorso la Commissione, e ha poi individuato nel pacchetto tedesco da 200 miliardi di euro contro il caro energia «un problema per il mantenimento dell'integrità del mercato unico», e per evitarne «la frammentazione».

Il commissario ha anche confermato che la Commissione «sta valutando l'introduzione di limiti temporanei» al prezzo del gas, a cui «seguirà poi una più ampia riforma del mercato elettrico per spezzare l'influenza del gas sui prezzi dell'elettricità». Nuove misure contro il caro energia dovrebbero essere proposte dall'Esecutivo Ue martedì prossimo a Strasburgo.

Gentiloni ha ricordato che i prezzi dell'energia erano aumentati già alla fine dello scorso anno. «La forte ripresa economica post-pandemia ha alimentato la domanda globale e l'offerta non ha tenuto il passo. Ma quest'anno - ha rilevato -, le onde d'urto della guerra russa hanno portato i prezzi a livelli senza precedenti e insostenibili. Sebbene i prezzi del gas siano scesi nelle ultime settimane, rimangono più di dieci volte superiori ai livelli pre-pandemia. Molte famiglie e aziende si trovano ad affrontare scelte che non dovrebbero mai essere costrette a fare».

«Affrontare questa situazione - ha osservato il commissario - è una delle nostre priorità più urgenti e ci richiede di intraprendere azioni su due fronti: abbassare il prezzo che paghiamo per le nostre importazioni di gas; e attenuare l'impatto dei prezzi elevati dell'energia, in particolare sui più vulnerabili».

In entrambi i casi - ha avvertito Gentiloni -, le azioni non coordinate a livello nazionale rischiano di esacerbare i problemi. In effetti, i prezzi del gas sono aumentati anche perché i governi nazionali hanno cercato di concludere accordi bilaterali con altri paesi per assicurarsi le proprie forniture. Questa situazione è per alcuni aspetti simile a quella che abbiamo visto nelle prime fasi della pandemia» di Covid, quando ogni paese si era precipitato a bloccare l'esportazione di dispositivi di protezione individuale e ventilatori.

Durante la pandemia, ha ricordato ancora il commissario, «abbiamo affrontato la questione attraverso sistemi di appalti congiunti a livello dell'Ue, che ci hanno permesso di negoziare prezzi migliori e garantire forniture sufficienti per tutti, in particolare riguardo ai vaccini. Proprio come allora, quella di cui abbiamo bisogno ora - ha sottolineato - è una soluzione europea».

Già dal marzo scorso la Commissione ha «istituito una piattaforma energetica dell'Ue e un meccanismo di acquisto congiunto per negoziare e stipulare contratti di fonitura del gas, per i consumatori nei paesi dell'Ue che decidono di partecipare». (La piattaforma, tuttavia, non è ancora mai stata usata, fino a oggi, dalle aziende e dagli Stati membri).

Gentiloni ha quindi introdotto la questione del «price cap», il tetto al prezzo del gas che continua a dividere gli Stati membri. «Allo stesso tempo - ha detto -, per tenere sotto controllo i prezzi, stiamo anche valutando l'introduzione di limiti di prezzo temporanei». Questa «valutazione» sarà probabilmente parte del pacchetto con le nuove proposte che la Commissione presenterà martedì prossimo a Strasburgo.

A questo, ha aggiunto il commissario, «seguirà poi una più ampia riforma del mercato elettrico per spezzare l'influenza del gas sui prezzi dell'elettricità. Abbiamo già visto come il semplice segnale ai mercati proveniente da queste misure abbia contribuito a far scendere i prezzi».

Gentiloni ha quindi criticato le misure nazionali che hanno preso o che stanno prendendo alcuni paesi membri per mitigare l'impatto del caro energia, quando sono generalizzate e non mirate a consumatori e imprese più vulnerabili.

«Quando si tratta di mitigare l'impatto dei prezzi elevati dell'energia - ha detto il commissario - , i governi nazionali hanno adottato misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, come riduzioni dell'Iva, sussidi e trasferimenti sociali. A mio avviso, queste misure potrebbero essere meglio progettate e mirate ai più vulnerabili, mantenendo gli incentivi per ridurre la domanda» di energia «e non gravando eccessivamente sui bilanci pubblici».

Ma, ha continuato Gentiloni, «le misure adottate a livello nazionale sollevano anche altre questioni. La Germania, ad esempio, ha recentemente annunciato un massiccio piano di aiuti del valore di 200 miliardi di euro, ovvero il 5% del suo Pil. Non tutti i paesi hanno lo stesso margine di bilancio, tasche così profonde, per sostenere la loro economia. Insomma, si tratta di mantenere l'integrità del nostro mercato unico ed evitare la frammentazione».

«Ecco perché - ha detto a questo punto i commissario, ritornando sulla proposta da lui presentata la settimana scorsa a titolo personale, e non a nome della Commissione, insieme al collega responsabile dell'Industria e del Mercato unico, il francese Thierry Breton - ho chiesto una risposta di bilancio europea comune per affrontare l'attuale crisi. Potremmo prendere ispirazione dal meccanismo 'Sure' che ha avuto tanto successo nel proteggere i posti di lavoro durante la pandemia».

«In pochi mesi - ha ricordato Gentiloni - la geografia dei flussi energetici verso l'Unione europea è cambiata drasticamente. Nelle importazioni di gas nell'Ue la quota proveniente dalla Russia (compreso il Gnl, ndr)) è diminuita di due terzi, dal 45% prima della guerra al 14% attuale. E la quota delle importazioni di gas russo attraverso i nostri gasdotti è diminuita di tre quarti, dal 40% al 7,5%».

«Abbiamo compensato la riduzione delle importazioni dalla Russia diversificando le nostre forniture e stringendo accordi con i partner più fidati e affidabili come gli Stati Uniti e la Norvegia. I nostri depositi di stoccaggio di gas per questo inverno sono già riempiti quasi al 90%. Tuttavia, dovremo riempire di nuovo i nostri stoccaggi per il prossimo inverno, assumendo che la quota di gas russo sia minore o nulla, e quindi dobbiamo continuare ad aumentare le importazioni da altre fonti».

Ma nel garantire alternative al gas russo a breve termine «dobbiamo stare attenti a non sostituire un'eccessiva dipendenza da un fornitore con l'eccessiva dipendenza da un altro. Il modo migliore per garantire che possiamo soddisfare il nostro fabbisogno energetico è diversificare le nostre fonti di energia - ha sottolineato il commissario - è ridurre del tutto la nostra dipendenza dai combustibili fossili.

Questo è l'obiettivo finale del piano «REPowerEU», volto ad aumentare e accelerare la transizione verde, sbarazzandosi della dipendenza energatica dalla Russia. In altre parole, ha spiegato Gentiloni, «l'Ue sta cercando di cogliere questa crisi energetica come un'opportunità per accelerare la transizione verde, lanciando in modo più rapido le energie rinnovabili».

«Gli investimenti in infrastrutture come gasdotti, interconnettori o energie rinnovabili e l'efficienza energetica (come case isolanti e installazione di pompe di calore) aiuteranno tutti noi a diventare meno esposti agli alti prezzi dell'energia fossile e miglioreranno la nostra autonomia strategica».

«Abbiamo stimato - ha riferito il commissario - che ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi richiederà circa 210 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi entro il 2027, ovvero circa 42 miliardi di euro all'anno. Questa cifra può sembrare significativa, ma in realtà è meno della metà degli importi, circa 100 miliardi, pagati ogni anno dall'Europa per l'energia russa».

Inoltre, ha argomentato ancora Gentiloni, «recidere i nostri legami con i combustibili fossili russi e investire in un mix energetico più sostenibile non è solo positivo per il nostro clima e per la nostra sicurezza, ma ha anche senso dal punto di vista economico. La transizione verde creerà nuove opportunità in diversi settori delle nostre economie, con la promessa di molti nuovi posti di lavoro ben retribuiti». E «la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie pulite possono aumentare la produttività e portare a una crescita più forte e sostenibile».

«I mesi a venire saranno impegnativi. Ma se avremo successo, e dobbiamo averlo - ha concluso il commissario -, allora avremo affrontato una causa cruciale di vulnerabilità, tenuto sotto controllo i prezzi, assicurato forniture alternative e fornito una spinta decisiva per raggiungere i nostri obiettivi climatici», allo stesso tempo «privando il Cremlino delle entrate che gli sono disperatamente necessarie».

(con fonte Askanews)