19 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Politiche europee

«Green Deal non deve creare problemi sociali»

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per le politiche climatiche, Frans Timmermans: «Gestire aumento prezzi energia con politiche di redistribuzione»

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per le politiche climatiche, Frans Timmermans
Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per le politiche climatiche, Frans Timmermans Foto: Unione Europea

STRASBURGO - Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per le politiche climatiche, Frans Timmermans, ha sottolineato oggi a Strasburgo il rischio che le misure Ue del «Green Deal» portino a un aggravamento delle disuguaglianze sociali, in particolare con l'aumento dei costi dell'energia, se non verranno compensate da politiche di redistribuzione appropriate da parte degli Stati membri.

La Commissione, ha ricordato Timmermans parlando alla plenaria del Parlamento europeo, ha proposto il 14 luglio scorso una serie di norme ambientali e per la transizione energetica, con l'obiettivo di portare al 55% la riduzione delle emissioni clima alteranti nel 2030 rispetto ai livelli del 1990. «Avremo tutto il tempo per discutere le singole misure che proponiamo e la Commissione è aperta e a cercare alternative», se venissero proposte delle modifiche al pacchetto. Ma, ha avvertito il vicepresidente esecutivo, «dobbiamo essere molto chiari su una cosa: qualunque misura tu prenda, tutte queste misure hanno un effetto sui prezzi, e l'arte della politica sarà quella di garantire che l'effetto sui prezzi non colpisca i più vulnerabili e che sia usato il vecchio strumento delle politiche du redistribuzione per assicurare che gli oneri siano equamente distribuiti nella società».

Ad esempio, «ridurre l'Iva, ridurre le tasse sull'energia, o dare un sostegno diretto alle famiglie, sono le scelte che gli Stati membri possono fare».

«L'unica cosa che non possiamo permetterci - ha aggiunto Timmermans - è che il fronte sociale si opponga al fronte delle politiche climatiche. Vedo molto chiaramente questa minaccia - ha osservato - ora che abbiamo una discussione sull'aumento dei prezzi nel settore energetico. Solo 1/5 circa di questo aumento può essere attribuito all'aumento del prezzo delle quote di emissione di CO2» nell'ambito del sistema europeo Ets, mentre «gli altri aumenti sono semplicemente una conseguenza di carenze nel mercato».

«Paradossalmente - ha continuato Timmermans -, se avessimo avuto il 'Green Deal' cinque anni prima, non saremmo in questa posizione, perché allora avremmo meno dipendenza dai combustibili fossili e dal gas naturale. Abbiamo visto durante questa crisi dei prezzi dell'energia che i prezzi per le rinnovabili sono rimasti bassi e stabili».

«Quindi, invece di rimanere paralizzati o rallentare a causa dell'aumento dei prezzi nel settore energetico, dovremmo accelerare le cose nella transizione verso le fonti rinnovabili, in modo che l'energia rinnovabile a prezzi accessibili diventi disponibile per tutti», ha argomentato il vicepresidente esecutivo della Commissione.

Il pacchetto «Fit for 55», tra l'altro, introduce il sistema Ets di concessione a pagamento dei permessi di emissione nei settori dei trasporti e dell'edilizia, e un il Fondo sociale per il clima, che sarà messo a disposizione degli Stati membri.

Timmermans ha quindi proposto al Parlamento europeo e al Consiglio Ue di guardare al pacchetto 'Fit for 55' «nel suo insieme». E, ha aggiunto rivolto agli eurodeputati, «se ci sono elementi che vorreste cambiare, aiutateci poi a trovare alternative che raggiungano lo stesso obiettivo. In un modo che sia garantita un'equa ripartizione degli oneri all'interno della società, tra gli Stati membri e tra le regioni; questo - ha concluso - è l'obiettivo finale di ciò che dovremo fare ora».

Parlando poi a margine ai microfoni di Radio Rai, Timmermans ha riconosciuto che l'Italia ha fatto «un ottimo lavoro» con il suo Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) di «Next Generation EU», perché ha investito nella transizione energetica.

«Questo - ha sottolineato il vicepresidente esecutivo della Commissione - è essenziale, perché l'energia da fonti rinnovabili costa molto meno del gas naturale. Dunque, se lo avessimo fatto cinque anni fa, oggi i prezzi dell'energia non sarebbero così alti. Perciò dobbiamo accelerare la transizione energetica, e l'Italia è un bell'esempio, perché sta facendo un lavoro veramente ottimo».

Quanto al ricorso all'energia nucleare «è una scelta che dovranno fare gli Stati membri, su questo la Commissione è neutrale. Noi - ha ricordato Timmermans - sosteniamo gli Stati anche se fanno questa scelta. Ma direi solo questo: guardate ai costi. I costi dell'energia rinnovabile sono molto bassi oggi, mentre quelli dell'energia nucleare sono altissimi».

(con fonte Askanews)