Boeri torna a lanciare l'allarme sul reddito di cittadinanza: spiazza il lavoro al Sud
Il presidente uscente dell'Inps torna ad attaccare il Rdc: «E' vero che nel testo ci sono diverse incongruenze. Ecco cosa accadrà»
ROMA - In una intervista a La Stampa Tito Boeri torna a parlare di reddito di cittadinanza: «Io ero e sono favorevole ad una misura di sostegno alla povertà - spiega - e ho apprezzato il fatto che le ultime bozze si sono avvicinate ad una estensione del reddito di inclusione in vigore. Ma è vero che nel testo ci sono diverse incongruenze», spiega il presidente uscente dell’Inps. La misura secondo lui «spiazza il lavoro al Sud». Poi entra nel dettaglio facendo alcuni esempi: un single con reddito zero può aspirare a 9.360 euro all’anno. «Sa quanti sono i lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma?» chiede al giornalista. Il 43 per cento. Ciò significa che quasi un giovane su due da quelle parti potrà essere messo di fronte a due alternative entrambe allettanti: «Smettere di lavorare o essere pagato in nero per ottenere comunque il sussidio».
«Penalizzate le famiglie numerose»
Inoltre secondo Boeri il testo penalizzerebbe le famiglie numerose dove sono concentrati i poveri. «Una famiglia con tre figli prende il doppio di un single, una famiglia con cinque figli lo stesso. Non si doveva sostenere la genitorialità?» Infine, insiste, «l’Inps non va commissariata». E sulle pensioni anticipate, conclude, «i soldi previsti non basteranno».
Occupazione cresce dello 0,4%
Intanto, proprio questa mattina l'Istat ha reso nota la stima provvisoria degli occupati di novembre, che risulta sostanzialmente stabile rispetto a ottobre. Anche il tasso di occupazione rimane invariato al 58,6%. Su base annua, l’occupazione cresce dello 0,4%, pari a +99 mila unità. L’espansione, spiega l’istituto, interessa solo gli uomini e i lavoratori a termine (+162 mila), risultano lievemente in crescita gli indipendenti, mentre si registra una flessione dei dipendenti permanenti (-68 mila). Nell’anno aumentano esclusivamente gli occupati ultracinquantenni (+275 mila), mentre si registra una flessione tra i 15-49enni (-175 mila). Al netto della componente demografica, sottolinea l’Istat, si stima comunque un segno positivo per l’occupazione in tutte le classi di età.
Disoccupazione al 10,5%
Il tasso di disoccupazione, sempre a novembre, si attesta al 10,5% (-0,1 punti percentuali), mentre quello giovanile scende al 31,6% (-0,6 punti). Secondo i dati provvisori forniti dall’Istat, torna a diminuire, dopo due mesi di crescita, la stima delle persone in cerca di occupazione (-0,9%, pari a -25 mila unità). Il calo si concentra prevalentemente tra le donne e le persone da 15 a 34 anni.
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