28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Governo Conte

Attaccare il «finanziariamente corretto» per sopravvivere alla speculazione che attaccherà l'Italia a settembre

I mercati, come gli dei dell'Olimpo greco, ci guardano, e già agiscono: lo spread, senza una reale motivazione, occhieggia oltre quota trecento

Il premier Giuseppe Conte con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini
Il premier Giuseppe Conte con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini Foto: Alessandro Di Meo ANSA

ROMA - I funerali di Stato sono da sempre l'unica occasione pacifica che il popolo ha per punire i sovrani. Le alternative corrispondono con le rivoluzioni, le teste che rotolano in una piazza a Parigi, le fucilazioni nella steppa russa. Il funerale abbassa le difese dell'apparato, costretto fisicamente a entrare in un luogo terzo, la chiesa, elevato al di sopra delle miserie umane, che qui chiesa non era, ma era come se lo fosse. E qui, seduto a un passo dal popolo fatto di carne e istinto, diventa parte di esso. Non servono più le guardie del corpo, il pomposo cerimoniale carnevalesco con cui il potere tenta di isolarsi, innanzitutto dalle proprie origini. Non serve più l'abito scuro dal taglio perfetto, l'espressione contrita imparata faticosamente ad un corso accelerato di programmazione neurolinguistica, il modello unico di empatia sotto cui celare il disgusto e l'odio per quella frazione di vita da condividere con il mondo volgare del popolo. Quanto accaduto a Genova, gli applausi a scena aperta al governo, devono suonare come una aperta minaccia laddove molti vedono una vellutata carezza.

Giustizia e vendetta
Come le tende d'estate che si gonfiano a pallone, il padiglione Blu della Fiera di Genova, adibita a grande chiesa di cristiani e islamici, si è riempita di un sentimento effimero, durevole lo spazio di una brezza nel torrido caldo di un Paese distrutto. E quella vicinanza siderale nel tempio che da sempre sancisce il sacro diritto al pubblico ludibrio, altro non è che l'esplicita richiesta di un mondo: giustizia. Parola abusata, inascoltabile, frustata, sgualcita, demolita, agghindata a simulacro dalla imperante "legalità». Aleggiava anche un'altra parola, in quel luogo: vendetta. Questa non verrà data: lo stato di diritto, la legge, la civiltà, impediscono che l'occhio vada per l'occhio. Ma la giustizia forse, ci sarà: troppo grave quanto accaduto. Se non ci sarà, quella tenda gonfiata di agosto si riempirà di una collera furiosa: la brezza si trasformerà in uragano.

Sullo sfondo, la guerra
Ma, in controluce, nell'imbuto prospettico di simili parole, ben altro si staglia. Non già luci e paradisi, regni di giustizia e giudizi severi ed implacabili. Ma la lotta furibonda che il sistema ha deciso di intraprendere per sopravvivere a questo scandaloso moto della storia che spinge per riequilibrare un mondo ormai degenerato. Il governo giallo-verde, criticabile su diversi aspetti, si trova in quel gomito che, talvolta, la storia impone. Ci fossero arrivati gli altri, in quel gomito, ci fossero arrivati quelli che con i cadaveri ancora caldi corrono in soccorso dei carnefici, non vi sarebbe stato scampo. Pacatamente, avrebbero rasserenato. In attesa del tempo infinito, che tutto macina. Altra terra da scavare, altri colpi di piccone dove seppellire gli ultimi barlumi di civiltà, non avrebbero avuto alternativa.

I mercati agiscono
Sullo sfondo ci sono i mercati, le divinità, l'Europa che presta i soldi, le agenzie di rating e lo spread. I fenomeni che oggi rappresentano senza vergogna le frattaglie imputridite di ciò che fu la sinistra, già alzano il dito indice in cielo. L'Italia starebbe dando prova di: scarso europeismo, scarso liberismo economico, scarsa propensione agli affari. Addirittura - e in un momento così tragico la comicità è in ogni caso una colpa - "di "socialismo reale». Ma i mercati, come gli dei dell'Olimpo greco, ci guardano, e già agiscono: lo spread, senza una reale motivazione, occhieggia oltre quota trecento, mette la testa nell'inferno della speculazione. Un moto esemplare, spaventosamente simmetrico agli applausi di quel funerale. Se quel battito di mani fosse stato un fischiare sonoro, o una lapidazione come accadde a Scalfaro nel 1992-93, allora lo spread sarebbe sceso, rientrato nelle placide acque del finanziariamente corretto.

Abbattere il "finanziariamente corretto"
Dopo il "politicamente corretto" è giunto il tempo di mettere alla gogna, anzi ben di più, il "finanziariamente corretto". Le distinzioni giuridiche, il cavillo della concessione, il giudizio dell'agenzia di rating, l'avverbio utilizzato da Draghi nel suo terzo capoverso e così via, il sacro timore per quello che dice Weidmann mentre si lava i denti e così via. Il finanziariamente corretto è il verbo unico della sinistra neoliberista, e come tale è la voce unica della super classe speculativa mondiale. Il finanziariamente corretto è un nemico implacabile che porta al crollo dei ponti, al taglio delle pensioni, alla privatizzazione dei servizi, alla trasformazione di tutto il creato in una merce.

Una nuova religione pagana
Il concetto di questa nuova religione pagana - ma chi l'ha detto che viviamo in un'epoca secolarizzata, è vero esattamente il contrario - è molto semplice: i mercati, ma soprattutto la finanza, e con essi i vari Benetton di tutto il mondo che compongono questo empireo mondo di nulla, sono il bene. Concetto noto da millenni: Marco Licinio Crasso, il re Sole, dalla Repubblica di Roma agli oligarchi russi di oggi, il bene supremo del popolo è sempre stato inquadrato dentro gli stretti limiti di leggi e codici che fanno gli interessi di pochissimi a danno dei moltissimi. Un ristretto numero di individui, poche decine, spaventosamente ricchi, dominano l'economia e la politica. Regalargli i beni comuni, le autostrade ad esempio, è bene e giusto. Questo noi leggiamo sui media di oggi: ma forse abbiamo sviluppato un antidoto.

Prima lo spread, poi sarà il turno di banche, Borsa, ecc.
Così, nel momento in cui il gomito della storia raggiunge il suo vertice e gli ultimi barlumi di democrazia sono chiamati a moderare, almeno, gli appetiti sempre più incontrollati del sistema – leggi alla voce neoliberismo di sinistra – ecco che giunge la minaccia. L'Italia verrà attaccata, l'ha detto il sottosegretario Giorgietti. Un attacco finanziario, probabilmente a settembre. Il sistema si deve difendere, e la cura greca è pronta nel laboratorio. Ci stanno già preparando, poco per volta, somministrano il veleno della paura attraverso il finanziariamente corretto. Dopo lo spread, che potrebbe raggiungere quota 500, sarà il turno delle banche, Unicredit in primis, poi della Borsa, gonfiata a dismisura negli ultimi anni grazie al Quantitative Easing di Mario Draghi.

Mitridate, secoli dopo
Veleno, in dosi sempre più massicce, nell'autunno. Campagne mediatiche di massa, scenari apocalittici: «Grecia, Grecia, faremo la fine della Grecia...», «il governo anti mercato, il socialismo reale», «verremo cacciati dall'Europa», e così via. Reti unificate, giornali unificati, commenti unificati. Ma l'Italia pare aver fatto sua, in questi lunghissimi decenni di finanziariamente corretto, una forma di mitridatismo: ovvero si è abituata al veleno. Mitridate VI fu uno dei più formidabili avversari della Repubblica Romana, a cui impose importanti sconfitte in Grecia e Anatolia. Il padre di Mitridate VI fu avvelenato dalla moglie che cominciò a regnare sul Ponto come reggente, finché uno dei figli maschi non avesse raggiunto l'età. Mitridate VI era in competizione con il fratello (favorito dalla madre) per il trono. In gioventù cominciò a sospettare che la madre stesse tramando contro di lui, intuendo anche legami con ciò che era accaduto al padre. Cominciò a sentire dolore allo stomaco dopo aver mangiato e immaginò che la madre ogni giorno aggiungesse del veleno al cibo per ucciderlo lentamente, così si diede alla macchia. Cominciò ad ingerire una piccola quantità di un mix di veleni ogni giorno, fino a rendersi immune a tutti i veleni allora conosciuti. Dopo l'incredibile tempesta valutaria del 2011 che ha portato alla successione Monti/Renzi/Gentiloni – tutti esponenti della nuova teocrazia finanziaria - la nostra resistenza al veleno dovrebbe aver raggiunto livelli adeguati alla difficoltà del momento. O no?