Turismo, aumentano i numeri della «shadow economy»
«Si può certificare - sostiene Federalberghi - l'esistenza di almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo, con l'avvertenza che le strutture mancanti all'appello sono probabilmente il doppio». La replica di Confedilizia: «Su sommerso numeri falsi».
RAPALLO - Aumentano i numeri della «shadow economy», ovvero del sommerso nel settore turistico. Ad aprile 2017 - denuncia Federalberghi in base a un monitoraggio realizzato con l'ausilio della società Incipit Consulting e che viene presentato oggi a Rapallo in occasione della 67ma assemblea della federazione - erano disponibili su Airbnb 214.483 alloggi italiani, con una crescita esponenziale che non accenna a fermarsi (42.804 alloggi in più nel corso del 2016, pari ad un incremento del 25,6%). Le strutture di natura analoga (appartamenti in affitto e bed and breakfast) censite dall'Istat sono 103.459.
«Si può pertanto certificare ufficialmente - sostiene Federalberghi - l'esistenza di almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo, con l'avvertenza che le strutture mancanti all'appello sono probabilmente il doppio, in quanto gli alloggi presenti sul noto portale erano 52 a dicembre 2008, anno in cui l'Istat censiva 84.189 strutture».
Non è vero che si tratta di attività occasionali
Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno sono indicate Roma con 25.743 alloggi, Milano con 14.523, Firenze con 6.992 e Venezia con 5.973. Per quanto riguarda le regioni, la pole position spetta alla Toscana, con 34.595 alloggi, seguita dal Lazio con 32.663, dalla Lombardia, con 25.148 e dalla Sicilia con 23.020.
Dall'analisi delle inserzioni presenti ad aprile 2017 sul portale Airbnb, sostiene l'indagine di Federalberghi, emergono «quattro grandi bugie che smascherano definitivamente la favoletta della condivisione: non è vero che si tratta di attività occasionali. La maggior parte degli annunci (il 76,3%) si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l'anno. Non è vero che si tratta di piccoli redditi. Sono attività economiche a tutti gli effetti. Oltre la metà degli annunci (il 56,77%) sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con i casi limite di insegne di comodo quali Guido che gestisce 507 alloggi e Simona che ne mette in vendita 347. Non è vero che si condivide l'esperienza con il titolare. La maggior parte degli annunci (il 70,6%) si riferisce all'affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno. Non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c'è carenza di offerta. Gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali».
Consumatore ingannato due volte
«Il consumatore - sostiene Federalberghi - è ingannato due volte, in quanto viene tradita la promessa di vivere un'esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato».
«I più importanti Paesi turistici hanno dettato regole per porre un argine al dilagare degli affitti abusivi», conclude la federazione, che cita 5 buoni esempi da imitare (Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Parigi).
Confedilizia: «Su sommerso numeri falsi»
«I numeri sul presunto sommerso nel turismo diffusi da Federalberghi potrebbero tranquillamente essere archiviati nella categoria folklore se non rischiassero di trarre in inganno la politica». Lo ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, commentando i risultati dell'indagine diffusa da Federalberghi. «Siamo quindi costretti a spiegare al governo e al parlamento - ha aggiunto - che quello che Federalberghi definisce sommerso, volutamente mischiando attività completamente diverse come il bed and breakfast e i semplici affitti brevi, corrisponde nella stragrande maggioranza dei casi all'esercizio del diritto di proprietà attraverso la locazione».
«Bisogna iniziare a parlare chiaro. Federalberghi è infastidita da coloro che in Italia affittano la propria casa o svolgono attività extralberghiere, non gli va proprio giù. E vuole che venga scoraggiato in ogni modo chi ancora si permette di farlo, adesso addirittura annunciando censimenti da Stato di polizia. Venuto meno, con la ritenuta alla fonte della cedolare, lo spauracchio dell'evasione fiscale, provano a mettere in campo altri spettri, dai rischi per la sicurezza a quelli per la salute e per l'igiene», ha affermato il presidente di Confedilizia.
Spaziani Testa ha quindi rivolto un «appello accorato» al governo e al parlamento: «Rammentino il monito dell'Antitrust e non ripetano l'errore fatto dalla Camera con la normativa sul cosiddetto home restaurant, mortificando una sana espressione economica per proteggere coloro che se ne sentono minacciati e che, anziché pensare a migliorare i propri servizi, spendono tutte le proprie forze per eliminare quella che percepiscono come una concorrenza».