4 ottobre 2024
Aggiornato 12:30
Crisi Mps e DB

Banche, il Fmi schiaffeggia Renzi: «Gli sforzi dell'Italia sono insufficienti»

Secondo il Global Financial Stability Report presentato a Washingon dal Fondo monetario internazionale i provvedimenti adottati dal governo italiano per mettere in sicurezza il sistema bancario nazionale potrebbero non essere sufficienti

WASHINGTON - Troppo poco, troppo lentamente. Gli sforzi messi in campo dal governo italiano per rafforzare il sistema bancario e per ridurre i crediti in sofferenza potrebbero non bastare. A lanciare il segnale è il Fondo Monetario Internazionale che, nel suo «Global Financial Stability Report", presentato a Washington, ha puntato il dito sulla sostanza e sulla tempistica dei provvedimenti già adottati da Roma. E ha chiesto il rapido varo di una analisi della qualità degli attivi delle banche più piccole.

Un terzo del sistema bancario europeo è debole
I rilievi all'Italia fanno parte di un contesto più ampio, che vede, secondo l'istituzione di Washington un terzo del sistema bancario europeo, con attivi per 8.500 miliardi di dollari, restare debole e 'incapace di generare utili sostenibili'. E uno degli aspetti-chiave di tale debolezza, i crediti in sofferenza, vede le banche italiane in prima linea. Nessuna menzione esplicita nel documento, ma solo in conferenza stampa, alla grave crisi che ha colpito Deutsche Bank, principale banca tedesca, nel gruppo delle 'big' dell'Eurozona.

La strategia delle autorità italiane per rafforzare le banche
«Le autorità italiane - si legge nel documento - hanno adottato una strategia a più livelli per rafforzare il sistema bancario italiano». Ciò include misure mirate a migliorare l'efficienza e la velocità delle procedure d'insolvenza giudiziali ed extragiudiziali; una garanzia pubblica sulle tranche senior dei crediti in sofferenza cartolarizzati; i fondi Atlante, sostenuti politicamente dal governo, finanziati e gestiti dal settore privato; la riforma del trattamento fiscale delle perdite su finanziamenti.

Fmi: Gli sforzi del governo potrebbero non bastare
Queste misure, sottolinea il Fmi, potrebbero non bastare. «Gli sforzi del Governo per facilitare il rafforzamento del credito e acquisire i crediti cattivi, potrebbe non essere sufficiente a ridurli con la quantità o velocità necessarie per rafforzare il sistema bancario». La sollecitazione dell'istituzione di Washington a Roma tocca anche un altro fronte: «Le autorità dovrebbero prontamente valutare la qualità delle attività per le banche più piccole non soggette alla valutazione del 2014 da parte della Banca Centrale Europea», e monitorare gli ambiziosi obiettivi stabiliti banca per banca per la riduzione a medio termine dei crediti in sofferenza per assicurarsi che vengano raggiunti.

Le sfide del sistema bancario italiano
«Le riforme sull'insolvenza dovrebbero inoltre essere estese sia ai crediti in sofferenza esistenti sia ai nuovi".  Il sistema bancario italiano - ha sintetizzato in una conferenza stampa a Washington Matthew Jones, vicedirettore del dipartimento mercati monetari e dei capitali del Fmi - si trova di fronte a un certo numero di sfide. Tra queste ci sono l'alto livello dei crediti in sofferenza e le misure strutturali. Una delle raccomandazioni che abbiamo fatto, anche nel nostro giudizio contenuto nell'articolo IV sull'Italia (il rapporto annuale sul Paese, ndr) è che il problema dei crediti in sofferenza (Npl) nelle banche italiane dev'essere affrontato in modo pronto e trasparente.

Il rapporto sulla crisi di Deutsche Bank
L'esponente del Fmi ricorda che «abbiamo avuto il risultato della asset quality review per le banche sistemiche supervisionate dal Ssm» ed è stato utile in termini di incoraggiare il processo di affrontare questo nodo individuando le incertezze sulla qualità degli attivi del sistema bancario italiano. «Ecco perchè pensiamo - ha sottolineato Jones - che questo dovrebbe essere esteso anche alle banche più piccole dove ci sono meno informazioni disponibili». Nella conferenza stampa di presentazione del rapporto la crisi della Deutsche Bank - la prima banca tedesca che nelle ultime settimane ha registrato un tracollo in Borsa - ha comunque ricevuto altrettanta attenzione.

Deutsche Bank è solida o dovrà essere salvata?
La risposta di Peter Dattels, deputy director della stessa divisione Fmi, è articolata. «Nel nostro rapporto ci siamo concentrati sullo sforzo di molte banche di adattarsi al nuovo scenario di bassa crescita» con bassi tassi d'interesse e ai cambiamenti nel mercato e nello scenario normativo. «Abbiamo un terzo delle banche in Europa che stanno lottando per raggiungere una redditività sostenibile». Possiamo dividere tali banche in tre gruppi: le banche con sfide legate all'eredità del passato con elevati livelli di crediti in sofferenza; banche che sono state ristrutturate o rilevate dai governi e ricapoitalizzate, ma che stanno ancora lottando per trovare il loro passo; il terzo gruppo è quello delle banche d'investimento che sono in transizione allontanandosi da modelli di business datati e che hanno sfruttato pesantemente bilanci su larga scala.

La crisi del Monte dei Paschi
Possiamo dire che Deutsche Bank si trovi nel mezzo dell'ultima sfida. Si trova nel terzo gruppo di banche che hanno bisogno di continuare ad adattarsi per convincere gli investitori che il loro modello di business è sostenibile per il futuro e «che ha affrontato i problemi dei rischi operativi che emergono dai contenziosi legali». Ma il Global Finance Stability Report cita anche un'altra banca, il Monte dei Paschi di Siena, per sottolineare come affrontare le carenze di capitale delle banche deboli sia necessario per assicurare stabilità al sistema e per sostenere l'economia. «Lo stress test europeo di luglio - si legge ancora nel documento - ha identificato significative debolezze al Monte dei Paschi di Siena».

Il piano di salvataggio per Mps e il problema delle banche portoghesi
La banca immediatamente ha annunciato un piano interamente privato per spostare 27,7 miliardi di euro di crediti in sofferenza lordi (npl), pari a 10 miliardi netti, fuori dal suo bilancio cosa che avrebbe ridotto significativamente le sue debolezze. Mps - ricorda il Fmi - sta anche progettando di raccogliere capitale per 5 miliardi attraverso un'emissione di diritti. Affrontare le sfide delle banche deboli - è la conclusione del rapporto - è importante «per ridurre la pressione sul sistema bancario italiano in modo più ampio». Il rapporto identifica poi un altro fronte di criticità nelle banche portoghesi, «che si trovano di fronte a una serie simile di sfide collegate a capitale e redditività deboli, con ancora maggiori conseguenze sui titoli sovrani».