19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Referendum Ticino

E ora cosa faranno i nostri transfrontalieri?

Il risultato del referendum svizzero ha ottenuto oltre il 50% delle preferenze. Ma chi sono i transfrontalieri e quali consegueze avrà il voto degli svizzeri sui lavoratori italiani che lavorano nel Canton Ticino?

ROMA – Con oltre il 50,3% delle preferenze – ma nel Canton Ticino sfiorano il 70% - è stato approvato in Svizzera il referendum contro l'immigrazione di massa dal titolo a dir poco esplicito: «Prima i nostri». Cosa cambierà adesso per i lavoratori italiani che hanno trovato un'occupazione in Svizzera? E chi sono i transfrontalieri?

Il risultato del referendum «Prima i nostri»
Gli svizzeri hanno votato contro l'immigrazione di massa e la libera circolazione delle persone in vigore nell'Unione europea. Il referendum dal titolo a dir poco esplicito «Prima i nostri», indetto dal partito nazionalista Unione di centro (Udc), è stato approvato con il 50,3% delle preferenze. Ma in alcune zone del paese, come il Canton Ticino, le preferenze hanno sfiorato il 70% dei voti. A nulla è valsa l'opposizione del Governo svizzero che, insieme alle associazioni delle imprese e dei sindacati elvetici, si era espresso contro l'iniziativa referendaria. Né l'opposizione di Bruxelles.

Chi sono i transfrontalieri?
Ora l'Udc e la Lega dei ticinesi chiedono di limitare la presenza dei lavoratori transfrontalieri nelle zone di confine. Ma cosa cambierà per i lavoratori italiani che hanno trovato un'occupazione in Svizzera? E chi sono i transfrontalieri? Secondo il rapporto del Ministero dell'Economia e delle Finanze sui lavoratori frontalieri in Svizzera (dal titolo evidentemente chiaro «Carburante di qualità nel motore dell'economia elvetica»del 15 ottobre 2015, nel secondo trimestre dell'anno scorso hanno lavorato in Svizzera circa 69mila unità. Ma i lavoratori provenienti dal Belpaese non rappresentano la componente maggioritaria dei frontalieri. La maggior parte di questi, infatti, arriva dalla Francia (più della metà).

L'identikit del lavoratore frontaliero italiano
La maggior parte degli italiani, però, lavora nel Ticino (circa il 90%) e il loro numero è cresciuto nel tempo. Ed è cambiato anche l'identikit del lavoratore frontaliero italiano che è occupato in Svizzera. Se prima si trattava soprattutto di uomini e donne che facevano ingresso nel mercato del lavoro in Ticino rispondendo alla domanda di lavoro industriale a medio-bassa qualifica e uscendo precocemente dalla scuola, negli ultimi anni si è andato affermando anche un certo numero di migranti economici giovani, interessati a una formazione professionale di base e apprendistato, come pure personale adulto già qualificato (che prima cercava – e trovava – lavoro nelle regioni del Nord Italia).

Il carburante dell'economia elvetica
Si tratta in particolare di risorse flessibili, dotate di spirito imprenditoriale e capacità di adattamento, abituate a fare i conti con un mercato del lavoro poco protetto. Spesso si ritrovano senza lavoro e sono costrette a cercarne un altro in poco tempo con l'aiuto delle agenzie interinali elvetiche. Secondo il rapporto del Mef i lavoratori frontalieri italiani sono un carburante prezioso per l'economia svizzera, e della stessa opinione sono le associazioni imprenditoriali elvetiche, che si sono opposte con ogni mezzo – ma inutilmente – all'approvazione del referendum. E ora quali conseguenze avrà il voto degli svizzeri?

Le conseguenze del referendum
Non ci saranno probabilmente ripercussioni immediate, ma conseguenze concrete potrebbero sopraggiungere più avanti per tutti i lavoratori provenienti dall'Unione europea. Bruxelles ha già condannato il voto e ora dovrà scegliere se rinegoziare solo la libera circolazione delle persone con la Svizzera o tutti gli accordi economici bilaterali oggi in vigore. Modalità e tempistiche, per il momento, restano un'incognita. Quel che è certo è che con questo voto gli svizzeri hanno sferrato un durissimo colpo a uno dei quattro pilastri fondamentali dell'ordinamento giuridico comunitario, quello della libera circolazione delle persone. Il muro virtuale tra Berna e Bruxelles ora è un po' più alto. Reintrodurre i contingenti per i lavoratori stranieri a favore degli autoctoni significa fare un passo indietro rispetto al progetto e alle regole dell'Unione Europea. Questa scelta non danneggerà solo i lavoratori italiani (alcuni dei quali potrebbero perdere la loro occupazione), ma anche l'economia elvetica, che si nutre da tempo del loro lavoro.