Istat, crescita di nuovo a rischio per l'economia italiana
La ripresa resta fragile e il clima di fiducia delle imprese è ancora incerto. L'Istat ha registrato una battuta d'arresto dell'attività economica nazionale di breve termine
ROMA - L'economia italiana ha subito a febbraio una battuta d'arresto. Lo comunica l'Istat nella sua nota mensile, evidenziando un rallentamento nel ritmo di crescita dell'attività economica nazionale di breve termine.
La ripresa resta fragile
La ripresa resta fragile e altalenante. L'Istat comunica nella sua nota mensile che l'economia italiana ha subito una battuta d'arresto e che «l'evoluzione del clima di fiducia rimane incerta».L'istituto nazionale di statistica ha evidenziato infatti un rallentamento nel ritmo di crescita dell'attività economica nazionale di breve termine nel mese di febbraio.
Il clima di fiducia è incerto
La congiuntura europea del primo trimestre è caratterizzata da una crescita significativa del Pil, e anche l'Italia presenta segnali positivi associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell'occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie. Tuttavia, nei primi mesi del 2016 l'andamento dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane resta irregolare e discontinuo.
Istat: Serve un'accelerazione dell'attività economica
Il ritmo della crescita dell'economia italiana nei prossimi mesi sarà probabilmente «simile» a quello del primo trimestre dell'anno e la variazione congiunturale del Pil non dovrebbe superare lo 0,3% con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1% e +0,5%. Nel corso del 2016 il tasso di crescita del Pil dovrebbe comunque raggiungere l'1,2% in linea con le previsioni contenute nel Def 2016. Ma il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, ritiene che «sarebbe necessaria un'ulteriore accelerazione dell'attività economica nella seconda parte dell'anno».
Anche Bruxelles aveva rivisto al ribasso le sue previsioni
Anche la Commissione europea, nelle sue previsioni di primavera, aveva riscontrato un peggioramento delle stime pubblicate nel mese di febbraio e relative all'andamento dell'economia nazionale. In particolare, Bruxelles ha rivisto al ribasso il tasso di crescita del Pil, al più 1,1% dal più 1,4% indicato il mese scorso. La Commissione ha adottato un approccio prudente, in vista del verdetto definitivo sulla Finanziaria del governo Renzi che dovrebbe arrivare entro la fine di maggio, ma ha limato verso il basso le cifre contenute nel Def 2016. L'Italia cresce, ma moderatamente, e la sua economia risulta soggetta a battute d'arresto improvvise e resta esposta al rischio di shock esterni.
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