Coeurè: «La BCE pronta a fare di più se necessario»
«Troveremo gli strumenti necessari, useremo gli strumenti a nostra disposizione. Non ci devono essere dubbi sulla nostra volontà di agire» se questo fosse necessario. Ad affermarlo è il membro del direttorio della Bce, Benoit Coeuré ad un convegno a Parigi.
PARIGI - BCE e Federal Reserve resteranno su traiettorie divergenti e «se necessario», ha ribadito l'esponente del comitato esecutivo Bénoit Coeuré, l'istituzione europea dispone dei margini necessari ad un eventuale potenziamento della sua manovra di stimolo all'economia. Intervenendo ad un convegno a Parigi, Coeuré ha ripetuto che al momento si ritiene prematuro giudicare se i recenti peggioramenti nell'economia globale abbiamo o meno ricadute stabili su Eurolandia. Ma ha rilevato che la decisione di ieri della Fed, di non alzare i tassi di interesse, conferma i rischi che circondano l'economia globale, con potenziali ripercussioni anche per la bassa inflazione.
Proteggere le condizioni monetarie della zona euro
Indirettamente, Coeuré è sembrato suggerire che la Bce reagirà a eventuali ricadute negative per l'area euro, derivanti dalla linea morbida della Fed. Perché l'istituzione protegge la zona euro anche da eventuali «choc» derivanti «dalle decisioni di altre banche centrali».
Da tempo la Bce sta operando per tentare di favorire un ritorno del caro vita a valori più accettabili, e dal marzo scorso questo ha portato al varo di un quantitative easing, una manovra di acquisti di titoli da 60 miliardi al mese. La Bce «ha come obiettivo costante quello di proteggere le condizioni monetarie della zona euro da qualunque choc esterno - ha detto Coeuré. Che vengano di mercati, che vengano dalla crescita degli emergenti, che vengano dalle decisioni delle altre banche centrali».
La BCE punta ad un inflazione vicina al 2%
Il rischio è quello che le scelte della Fed possano portare a indebolimenti del dollaro, e speculari apprezzamenti dell'euro che avrebbero come effetto di creare pressioni al ribasso sull'inflazione che la Bce ritiene già troppo debole. L'istituzione punta ad avere un caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento, laddove attualmente è appena allo 0,1 per cento.
Parallelamente, il governatore della Banca di Spagna, Luis Maria Linde, che siede nel consiglio direttivo della Bce come tutti i suoi pari di Eurolandia, ha rilevato che la Fed potrebbe comunque alzare i tassi a breve. «Loro stessi hanno detto che si incontreranno di nuovo ad ottobre».
Secondo Ken Wattret, analista di Bnp Paribas, la linea morbida della Fed aumenta le possibilità che a dicembre la Bce rafforzi la sua manovra di stimoli. Ad ogni modo segnali in tal senso o smentite potrebbero giungere dall'audizione che il presidente Mario Draghi terrà mercoledì 23 al Parlamento europeo.
(con fonte Askanews)
- 06/11/2022 La Federal Reserve, ancora aggressiva, alza i tassi di 75 punti al 3,75-4%
- 28/10/2022 La BCE decide il terzo rialzo dei tassi (e non sarà l'ultimo)
- 13/10/2022 FED: «Avanti con l'aumento dei tassi, calo inflazione più lento del previsto»
- 22/09/2022 Fed, non c'è fine alla stretta. Tassi verso il 4,5% a fine anno