I risparmiatori stanno fuggendo dai Paesi emergenti
Il rallentamento dell'economia cinese, e la paura per l'instabilità delle borse asiatiche, ha innescato una reazione a catena
ROMA (askanews) - La reazione a catena innescata dal rallentamento dell'economia cinese e dalla svalutazione dello yuan sta provocando anche una fuga dei risparmiatori internazionali dai fondi d'investimento specializzati nei paesi emergenti. Il deflusso dai fondi obbligazionari sui Paesi emergenti - secondo i dati della società specializzata EPFR - ha toccato il massimo da 86 settimane mentre quelli dai fondi azionari sono ai massimi da cinque settimane e quest'anno hanno già perso 35 miliardi di dollari.
Le ragioni del deflusso
I deflussi, risultanti dalla somma algebrica tra nuove sottoscrizioni e rimborsi, costituiscono - riporta il Financial Times - l'ennesima prova di un esodo di massa dalle attività dei mercati emergenti, che ha portato a una fuoriuscita di capitali quantificabile in oltre 1.000 miliardi di dollari negli ultimi 13 mesi, circa il doppio dell'ammontare che abbandonò quei mercati durante l'ultima grande crisi finanziaria. Nell'ultima settimana circa 4 miliardi di risparmi sono fuoriusciti dai fondi azionari asiatici, Giappone escluso, con i fondi cinesi che hanno accusato il maggior colpo in un periodo che ha visto l'indice composito della borsa di Shangai perdere bel l'11,5%. I riscatti sui fondi del Dragone hanno così toccato un nuovo record settimanale. La reazione a catena innescata dalla Cina non è però confinata all'Asia. Anche i deflussi di capitali dai fondi azionari specializzati sul Brasile hanno toccato i massimi da 10 settimane. E la prospettiva di concorrenti asiatici armati con valute più competitive, afferma Camero Brandt, direttore della ricerca alla EPFR, ha mandato via capitali anche dai fondi azionari messicani.
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