Fuoco vivo per cucinare: lo usa il 38% della popolazione mondiale
L'abitudine di preparare i propri pasti sulle fiamme, oltre a provocare circa 4 milioni di morti l'anno, è una delle prime causa dell'erosione del suolo. Per porre rimedio a queste problematiche l'Onu ha lanciato la Global Alliance for Clean Cookstoves, per promuovere l'adozione di stufe e combustibili più puliti in 100 milioni di famiglie entro il 2020
MILANO – Per 2,6 miliardi di persone, circa il 38 per cento della popolazione mondiale, la fonte energetica primaria per cucinare è la legna da ardere. Questa abitudine di preparare i propri pasti sulla fiamma viva, diffusa soprattutto in Africa ed Asia, oltre a provocare circa 4 milioni di morti l'anno (dati Oms) a causa dell'inalazione dei fumi tossici sprigionati dal legname, è una delle prime causa dell'erosione del suolo, dovuto dalla raccolta di legna e conseguente disboscamento. Per porre rimedio a queste problematiche le Nazioni unite hanno lanciato la Global Alliance for Clean Cookstoves, un programma che si pone l'obiettivo di promuovere l'adozione di stufe e combustibili più puliti in 100 milioni di famiglie entro il 2020.
CLEAN COOKSTOVES - «Il clean cooking è uno degli aspetti di un problema più ampio che è quello della mancanza di accesso all’energia moderna nel mondo. Vivere senza elettricità o con un servizio non affidabile o eccessivamente costoso incide sui servizi sanitari, sull’istruzione, sul benessere delle comunità. Far conoscere queste realtà e indicare le soluzioni parzialmente già in corso di adozione e quindi espandibili e moltiplicabili è l’obiettivo di Wame, associazione nata proprio in occasione dell’Expo di Milano», ha detto il presidente di Wame, Pippo Ranci. «Non ci rendiamo conto della dimensione di questo problema – ha aggiunto Kavanaugh Livingston della Global Alliance for Clean Cookstoves - ed è per noi fondamentale essere presenti ad un evento internazionale così importante come Expo 2015, perché è solo facendo sentire la nostra voce che si possono sensibilizzare gli individui, per far accrescere in loro la consapevolezza che si può fare qualcosa».
CUCINE SOLARI ITALIANE PER HAITI - Anche l'Italia sta facendo la sua parte. In questi giorni è stato presentato a Expo 2015 il progetto «Cucine solari per Mont-Organisé» della AFNonlus che punta a incentivare ad Haiti l'utilizzo delle cucine solari per ridurre l’utilizzo della legna da ardere. Le cucine solari sono dei dispositivi che concentrano i raggi del sole grazie a una lente, immagazzinando l'energia termica così prodotta in una «batteria termica» che conserva il calore per 20 ore dall'esposizione al sole. Come materiale termoconvettore sono utilizzati dei sali fusi, normalmente utilizzati come fertilizzante in agricoltura a basso costo e facilmente reperibili. Il progetto è stato ideato e realizzato in collaborazione con Pacne (Action Contre la Pauvreté du Nord Est), Ente Nazionale per il Microcredito, Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e Tesla I.A. srl. Si partirà dalle scuole di Mont-Organisé per poi diffondere il progetto in altre aree del Paese.
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