19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La crisi greca

Le tre opzioni del Fondo salva-Stati in caso di default greco

Oltre a 131 miliardi di debito verso l'Efsf, la Grecia è debitrice di 53 miliardi verso gli Stati dell'area euro, per altri 34 miliardi verso investitori privati, per 27 miliardi verso la Bce, per 21 miliardi verso il Fmi e per altri 15 miliardi verso vari detentori di titoli di Stato.

BRUXELLES (askanews) - Che cosa succede, se la Grecia va in default, sul debito da 130 miliardi di euro che ha contratto verso il solo Efsf, il vecchio Fondo salva-Stati dell'Eurozona? Lo hanno spiegato oggi a Bruxelles fonti dello stesso Efsf: se la Grecia non effettuerà il pagamento dovuto all'Fondo monetario internazionale entro il 30 giugno, la comunicazione con cui la direttrice del FMI Christine Lagarde ne ne prenderà atto di fronte al proprio board farà scattare un «evento di credito» anche per l'Efsf.
In questo caso, il tedesco Klaus Regling, direttore esecutivo del vecchio Fondo salva-Stati (e anche del nuovo, l'Esm) informerà il board, che proporrà una delle tre opzioni possibili, secondo il regolamento Efsf: una richiesta di rimborso immediato ad Atene di tutti i crediti dovuti («acceleration»), una decisione di non fare nulla in attesa degli sviluppi («waiver»), oppure una dichiarazione di «riserva dei diritti» («reservation of rights»), che sostanzialmente congela la situazione, riservando il reclamo di tutti i diritti in corso. Il direttore esecutivo prende quindi la decisione finale.
La fonte non ha dato alcuna indicazione su quale delle tre opzioni potrebbe essera più probabile, ma nel caso della Grecia è chiaro che non sarebbe realistica la richiesta di rimborso immediato. Oltre a 131 miliardi di debito verso l'Efsf, la Grecia è debitrice di 53 miliardi verso gli Stati dell'area euro, per altri 34 miliardi verso investitori privati, per 27 miliardi verso la Bce, per 21 miliardi verso il Fmi e per altri 15 miliardi verso vari detentori di titoli di Stato.

Schaueble: Faremo di tutto per evitare contagio
L'Eurozona farà qualsiasi cosa per evitare «il rischio contagio» della crisi greca. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, dopo la rottura delle trattative con Atene e la decisione di non prorogare gli aiuti alla Grecia.
La Grecia «incontrerà grandi difficoltà nei prossimi giorni», ha predetto Schaeuble, pur assicurando che Atene resterà «membro della zona euro».

Dijsselbloem: La nostra porta resta aperta
«Ho sempre detto che la nostra porta resta aperta: non sono state le istituzioni a andarsene dalla trattativa sono stati i greci». Lo ha affermato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine dell'Eurogruppo. «Se i negoziati sono finiti è perché il governo greco ha detto che quello che stava sul tavolo meritava un no».
«Continueremo a lavorare con la Grecia», ha promesso Dijsselbloem. «La sola cosa che so è che se il governo seguirà il percorso che ha delineato il programma di aiuti finirà».
Il capo dell'Eurogruppo ha comunque aggiunto che nel caso in cui, concluso l'attuale programma, la Grecia dovesse chiedere nuovamente aiuti «siamo pronti a fornire supporto».