25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Energia

Putin andrà in Azerbaijan, ma non per parlare di judo

Il presidente russo sarà a Baku per partecipare alla cerimonia dei primi Giochi Europei, ma è facile immaginare che durante il colloquio con il suo omologo azero, Ilham Aliyev, i due parleranno di gas. Lì infatti il leader del Cremlino incontrerà anche il suo omologo turco Erdogan

MOSCA – Il presidente russo Vladimir Putin visiterà la Repubblica di Azerbaigian il 12 e il 13 giugno. Ufficialmente il capo del Cremlino sarà a Baku per partecipare alla cerimonia dei primi Giochi Europei, ma è facile immaginare che durante il colloquio «per discutere questioni bilaterali e internazionali» con il suo omologo azero, Ilham Aliyev, il leader russo affronterà il tema del gasdotto Turk stream. L'ipotesi è avvalorata dal fatto che nel comunicato del Cremlino viene annunciato un possibile meeting bilaterale anche con il presidente turco Tayyip Erdogan, sempre a Baku.

I TIMORI DI BAKU - L'Azerbaijan non ha mai nascosto le sue preoccupazioni riguardo al progetto russo di esportare gas verso l'Europa attraverso la Turchia e poi la Grecia, considerando Turk stream un concorrente dei gasdotti Trans anatolian pipeline (Tanap) e del suo prolungamento verso l'Unione europea Trans adriatic pipeline (Tap), che Baku sta promuovendo per far arrivare il proprio metano anch'essa nel Vecchio continente. La Russia potrà far prevalere il buon senso nelle autorità azere ricordando che nel 2014 le relazioni economiche bilaterali hanno compiuto un balzo rispetto al passato, con volumi di interscambio pari a 4 miliardi di dollari (il 12% in più rispetto al 2013).

LA TURCHIA PRENDE TEMPO - Ankara, che vedrà passare sul proprio territorio sia l'infrastruttura azera che quella russa, ha sempre dichiarato di considerarle strategiche entrambe, ma recentemente ha lanciato messaggi contraddittori, ricordando a Mosca che non è stato siglato ancora nessun accordo ufficiale e che quindi l'inizio dei lavori sulla penisola Anatolica non potrà avvenire prima del 2016-2017. Gazprom ha replicato indirettamente alle autorità turche la sua intenzione di non perdere tempo, comunicando all'italiana Saipem che entro giugno potrà iniziare a posare le tubature nel Mar Nero.

PUTIN SENTE ERDOGAN E TSIPRAS - Intanto nei giorni scorsi Putin ha avuto colloqui telefonici sia con il presidente turco, Erdogan che con il premier greco Alexis Tsipras dove si è discusso di Turk stream. Ieri il leader del Cremlino si è congratulato con il suo omologo turco per la vittoria del suo partito, Giustizia e sviluppo, alle elezioni parlamentari in Turchia e con l'occasione ha affrontato le questioni relative «ai grandi progetti nel settore energetico comuni e alla preparazione del sesto incontro di alto livello del Consiglio di cooperazione Russia-Turchia», che si terrà a Kazan nell'ultimo quadrimestre del 2015. I due capi di Stato hanno deciso di comune accordo di «continuare i loro frequenti contatti personali», è scritto nel comunicato della presidenza russa. Più esplicita la nota riguardo la telefonata Putin-Tsipras del 5 giugno scorso, dove è scritto che i «due leader hanno discusso dei passaggi pratici per sviluppare l'accordo raggiunto durante il recente viaggio di lavoro di Tsipras in Russia, in particolare, il progetto per la costruzione dell'infrastruttura per trasportare gas lungo il territorio turco e greco. Putin e Tsipras si sono accordati per incontrarsi di persona al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, che si terrà tra il 18 e il 20 giugno 2015».

PUTIN, L'EGOISMO UE - Più in generale invece Putin ha espresso il suo punto di vista della relazione energetica che lega l'Europa alla Russia, in una lunga intervista al Corriere della sera. Il presidente russo ha spiegato: «Oggi ho l’impressione che fosse l’Europa a cercare di costruire con noi rapporti puramente su base materiale ed esclusivamente a proprio favore. Parlo per esempio dell’energia, dell’accesso sui mercati europei negato alle nostre merci nel campo dell’energia nucleare nonostante i tanti accordi». Entrando nei dettagli il leader del Cremilino ha fatto l'esempio dell'Ucraina: «Nell’accordo di Associazione Ucraina-Ue non si richiede a Kiev di integrare i propri sistemi energetici all'Europa, ma questa possibilità per il futuro è prevista. Se ciò dovesse succedere, saremmo costretti a spendere tra gli 8 e i 10 miliardi di euro per costruire nuove linee elettriche per garantire la fornitura interna alla Russia. Ma perché farlo, se crediamo che sia giusto creare un unico spazio economico da Lisbona a Vladivostok? Questo partenariato orientale dell'Ue vuole integrare tutto lo spazio post-sovietico nell'unico spazio economico con l’Europa, lo ripeto per la terza volta, da Lisbona a Vladivostok, oppure tagliare qualcosa e creare nuove frontiere tra la Russia di oggi e la restante parte occidentale, comprese Ucraina e Moldova?».