Draghi: «L'euro è irreversibile. L'uscita di uno Stato membro non è prevista dai trattati»
Mario Draghi cancella ogni dubbio sull'ipotesi del Grexit, ricordando a tutti che "l'uscita di uno Stato membro dell'euro non è prevista dai trattati". E sul quantitative easing afferma: "Sta filando tutto liscio e i volumi degli acquisti sono in linea con la soglia annunciata".
Roma (askanews) - Mario Draghi cancella ogni dubbio sull'ipotesi del Grexit, ricordando a tutti che "l'uscita di uno Stato membro dell'euro non è prevista dai trattati». E sul quantitative easing afferma: "Sta filando tutto liscio e i volumi degli acquisti sono in linea con la soglia annunciata".
Draghi: L'euro è irreversibile
L'irreversibilità dell'euro è un aspetto fondante dei trattati con cui è stata creata la valuta condivisa. E «l'uscita di uno Stato membro dell'euro non è prevista dai trattati». Nuova drastica presa di posizione del presidente della Bce Mario Draghi, contro le speculazioni su una possibile fuoriuscita della Grecia, o di altri Paesi, dall'euro. Un messaggio affidato ad una lettera formale di risposta ad una interpellanza di diversi parlamentari europei, datata 7 maggio. «Non intendo prestarmi a speculazioni sugli scenari descritti nella vostra lettera - afferma Draghi -. Lasciatemi sottolineare che l'irreversibilità dell'euro ha fatto parte dell'architettura dell'Unione europea fin dal Trattato di Maastricht». E «come ho affermato ripetutamente - conclude il capo della Bce - anche di fronte al parlamento europeo, il ritiro di uno Stato membro dall'euro non è previsto dai trattati».
Bene col QE, sta filando tutto liscio
La Banca centrale europea è «concentrata sulla piena attuazione» delle misure prese per contrastare la debolezza di inflazione e crescita, e al momento non ravvisa problemi di mancanza di titoli sul suo massiccio piano di quantitative easing. Ha affermato ancora il presidente Mario Draghi, in alcune lettere di risposta a interpellanze di parlamentari europei. Una presa di posizione che sembra allontanare le ipotesi di «tapering» - ovvero una revisione al ribasso del piano di acquisti di titoli della Bce - che erano serpeggiate nei giorni passati sui mercati. «Guardando avanti - afferma Draghi al socialista Jonas Fernandez, in una missiva datata 7 maggio - ci concentreremo sulla piena attuazione delle nostre misure di politica monetaria. Tramite queste misure, contribuiremo ad un ulteriore miglioramento delle prospettive economiche, ad una riduzione della debolezza e a una ripresa della crescita di credito e moneta». Al conservatore catalano Ramon Tremosa i Balcells, risponde invece che il piano di acquisti di titoli di Stato, che costituisce la colonna portante del Qe «sta filando liscio e i volumi degli acquisti sono in linea con la soglia annunciata di 60 miliardi di euro al mese. A questo stadio non appaiono giustificare le preoccupazioni sulla scarsità di bond». In ogni caso «sebbene non vi sia motivo per modificare al momento la composizione degli acquisti, il programma - dice ancora Draghi - è sufficientemente flessibile per essere aggiustato ove le circostanze lo richiedessero».
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