20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Bisogna ridurre le sofferenze delle banche

Bankitalia: «Serve una bad bank»

Una bad bank per le sofferenze delle banche italiane può portare "importanti effetti positivi" per l'economia nazionale. Lo sostiene la Banca d'Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria. Può riavviare il mercato del credito e favorire la ripresa degli investimenti.

ROMA (askanews) - Una bad bank per le sofferenze delle banche italiane può portare «importanti effetti positivi» per l'economia nazionale. Lo sostiene la Banca d'Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria. "L'istituzione - sottolinea Via Nazionale - di una società specializzata per l'acquisto di crediti deteriorati (asset management company, Amc) e la conseguente riduzione del peso delle partite anomale nei bilanci delle banche avrebbero numerosi e importanti effetti positivi».

Minori costi di gestione e maggiore trasparenza dei bilanci
Questi benefici, spiega Palazzo Koch, «si tradurrebbero in minori costi di gestione e maggiore trasparenza dei bilanci, con ricadute positive sulle banche in termini di capacità di attrarre capitali e accesso ai mercati della raccolta all'ingrosso; eliminerebbero i restanti vincoli all'offerta di prestiti, contribuendo a riavviare il mercato del credito e la ripresa degli investimenti». Inoltre, secondo Bankitalia, «creando le premesse per processi di aggregazione, favorirebbero la concorrenza sul mercato bancario e guadagni di efficienza; agevolerebbero lo sviluppo del mercato dei crediti deteriorati, in quanto l'Amc opererebbe come market maker e aumenterebbe la trasparenza di prezzo (si stima che nella media dei paesi europei che hanno istituito Amc, circa il 40% delle transazioni di crediti deteriorati faccia capo alle Amc stesse)».

Occorre ridurre le sofferenze delle banche
Diversi fattori, spiega Bankitalia, «influiscono negativamente sugli incentivi degli intermediari a smobilizzare le posizioni deteriorate. Ciò può di per sè costituire una motivazione per interventi miranti a favorire la riduzione dello stock di sofferenze. Iniziative del genere sarebbero inoltre giustificate da finalità macroprudenziali. Ogni banca, presa singolarmente - sottolinea Palazzo Koch - non considera infatti i benefici determinati dalla riduzione dello stock di sofferenze; gli intermediari con un elevato deterioramento della qualità del credito tendono a restringere l'offerta di fondi e ad aumentare i tassi di interesse. Qualora il problema riguardi la maggioranza delle banche - aggiunge - gli effetti sul mercato del credito assumono dimensioni macroeconomiche».