29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Il Movimento 5 stelle vuole sapere se la Sogin sarà commissariata

Scorie nucleari: tra controllori assenti e nuovi regolamenti

Entro il 31 dicembre 2014 sarebbe dovuto nascere l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, per vigilare sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Inoltre si stanno valutando nuove classificazioni per questi scarti e la localizzazione di un deposito nazionale. Il M5s all'attacco.

ROMA – In Italia, nonostante si sia abbandonata la produzione di energia nucleare da quasi 30 anni dopo il disastro alla centrale ucraina di Cernobyl, continuiamo ad avere rifiuti radioattivi da smaltire. Peccato però che ad oggi queste scorie non siano ancora state classificate «anche in relazione agli standard internazionali, tenendo conto delle loro proprietà e delle specifiche tipologie» e non è stato redatto il programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, come previsto dal decreto legislativo 45 del 2014. Tale norma prevedeva che entro fine 2014 si pianificasse lo smaltimento di queste scorie nucleari e che si attivasse l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), un organismo che dovrebbe controllare la società che si occupa dello smaltimento delle scorie nucleari, la Sogin.

NUOVE CLASSIFICAZIONI IN ARRIVO? - Ad oggi le funzioni di autorità nazionale di sicurezza nucleare continuano ad essere svolte dal Dipartimento nucleare dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ed è questo dipartimento che ha avviato una consultazione, coinvolgendo le sole aziende che operano nello smaltimento di rifiuti nucleari, per la revisione delle vecchie regole per classificare le scorie radioattive (risalenti al 1987). Sempre l'Ispra poi ha ridefinito i criteri per la localizzazione del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti a bassa e media attività (Guida tecnica 29), ma non ha consultato l'Istituto superiore della sanità (Iss, che si occupa anche attività sui rischi radiologici) come hanno rilevato i professori Giorgio Parisi e Massimo Scalia, entrambi fisici teorici che fanno parte del comitato scientifico dell'associazione «Si alle rinnovabili, no al nucleare».

IL M5S PRESENTA UN'INTERROGAZIONE - Per questi motivi i senatori del Movimento 5 stelle, Gianni Pietro Girotto (primo firmatario), Gianluca Castaldi e Paola Nugnes, hanno presentato un'interrogazione al ministero dell'Ambiente per sapere se il ministero condivida i metodi dell'Ispra per la revisione delle regole per classificare i rifiuti radioattivi, se sia stato valutato quale sia l'impatto della nuova classificazione sulla strategia della loro sistemazione e quindi sull'iter di localizzazione e di costruzione del deposito nazionale e se si intenda «vigilare attentamente sul corretto operato della società Sogin SpA, con particolare riferimento all'individuazione delle aree idonee per l'ubicazione del deposito nazionale e del parco tecnologico annesso».

SOGIN SARÀ COMMISSARIATA? - Inoltre i rappresentanti del M5s delle commissioni Ambiente e Industria delle due camere del Parlamento hanno diffuso una nota congiunta in cui hanno chiesto che il «governo Renzi smetta di giocare e ci dica una volta per tutte qual è l'intenzione sulla gestione dei lasciti nucleari». I pentastellati infatti hanno ricordato le «indiscrezioni di stampa sull'ipotesi di un ennesimo commissariamento di Sogin che potrebbe comportare «un accentramento di potere nelle mani di chi potrebbe gestire gli affidamenti degli appalti in deroga alle normative ordinarie in un quadro regolatorio tra l'altro non ancora completato». Inoltre «potrebbe compromettere anche la governance e il funzionale svolgimento dell'attività dei cronoprogrammi di smantellamento degli impianti che attualmente riportano già un eccessivo ritardo». I grillini hanno quindi spiegato che «il M5s attende numerose risposte alle interrogazioni presentate in parlamento per chiarire aspetti importanti che riguardano Sogin e la gestione dei rifiuti nucleari, sia sullo smantellamento dei centri che sulla procedura per la realizzazione del deposito nazionale».