28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Parla il Presidente della Fed

Fisher: Sto dalla parte di Draghi

Il presidente della Fed di Dallas è intervenuto a proposito della politica monetaria della BCE: «Draghi sta agendo in modo corretto. Deve trovare un percorso che necessariamente sarà diverso dal nostro. La differenza tra gli Usa e l'Eurozona è semplice: noi abbiamo un solo garante, molto piu' difficile avere a che fare con 18 paesi, e 18 visioni diverse.«

ROMA - «Credo che l'economia Usa possa continuare a crescere quest'anno a un tasso del 3%. Credo poi che proseguirà l'afflusso di capitali negli Usa, anche in relazione ad una curva dei rendimenti che resta attraente». Così Richard Fisher, dal 2005 presidente della Federal Riserve di Dallas, intervenendo al convegno di studi «l'impatto della politica monetaria Usa sull'Eurozona» organizzato dall'Istituto Affari Internazionali.

FISHER: NEGLI USA C'È UN ECCESSO DI LIQUIDITÀ - «L'afflusso di capitali negli Usa ha due risvolti per l'Eurozona, il primo positivo perché deprezza il cambio dell'euro, ma può avere anche conseguenze distruttive sui mercati finanziari dell'Eurozona in cui potrebbero venire a mancare i capitali per sostenerli", ha proseguito Fisher. "Poi diciamolo francamente, c'è una sola valuta internazionale di riserva, è il dollaro, l'82% delle transazioni globali viene regolato in dollari», ha sottolineato il presidente della Fed di Dallas. «Nel mercato monetario Usa abbiamo un eccesso di liquidità di 2.500 miliardi di dollari, questo vuol dire che non c'è sufficiente domanda di credito. E, solo un quinto di questo eccesso è in capo alla Fed. Questo ci consente di tenere i tassi di interesse bassi. L'obiettivo delle nostre manovre era di rigenerare il mercato obbligazionario ed azionario così da consentire al settore corporate di rafforzare il loro bilancio e far ripartire l'economia».

LA BCE È TROPPO GIOVANE E SENZA IDENTITÀ - Il presidente della Fed di Dallas è intervenuto anche a proposito della BCE. «Draghi sta agendo in modo corretto. Deve trovare un percorso che necessariamente sarà diverso dal nostro. La differenza tra gli Usa e l'Eurozona è semplice. Noi abbiamo un solo garante per gli Usa, molto piu' difficile avere questo in un sistema monetario a cui partecipano 18 paesi, con 18 visioni diverse. Poi è assolutamente necessario che le banche centrali siano immuni da pressioni e interferenze politiche», ha sottolineato Fisher. «Penso che la Bce sia ancora troppo giovane, poco piu' di 10 anni di storia, la Fed ne ha 110».  Al di là dei Trattati, «credo che la Bce sia ancora alla ricerca di quale debba essere il suo mandato definitivo» ha affermato. Come noto, la Bce ha il mandato della stabilita' dei prezzi nel medio termine (2% annuo), la Fed invece ha un mandato in qualche modo duale: promuovere la piena occupazione e la stabilità dei prezzi. Quest'ultimo obiettivo è stato quantificato durante l'era di Ben Bernanke, fissando intorno al 2% il livello di stabilità di medio termine del prezzi al consumo (componente "core"). «Io mi sentirei meglio se l'inflazione viaggiasse intorno all'1,6% invece che al 2%», ha detto Fisher.