19 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Banche | BNL

«Le banche devono affiancare le aziende per la crescita»

L'AD di BNL Fabio Gallia al Corriere della Sera: «E' una sfida sul fronte delle competenze. Ma la strada è stare al fianco delle imprese in ogni frangente. Quando cercano di crescere all'estero, prima di tutto. Ma anche fornendo servizi, dal cash management all'investment banking».

ROMA - «In quest'ultimo anno ho incontrato almeno cinquecento imprenditori. Uno dei compiti delle banche è capire le loro esigenze e consigliarli non solo dare loro credito. Il clima è cambiato e le incomprensioni si stanno attutendo. In questa fase vedo una crescita debole e disomogenea in Europa mentre ci sono giacimenti di crescita che ancora sono solidi in Usa e Cina. Ma anche in Africa si vedono segnali di grande vitalità in Messico e Colombia. E in questo gli istituti di credito possono affiancare le aziende più di quanto abbiano fatto finora». In una intervista a Il Corriere della Sera, Fabio Gallia resta ottimista, nonostante tutto. Ma avvisa: «E' necessario andare avanti con le riforme, altrimenti questa nuova attenzione verso l'Italia resterà intermittente».

Secondo Gallia «avere ben chiaro lo scenario internazionale ci dà la proporzione degli interventi dell'urgenza con cui dovremmo intervenire. Prendiamo tre fattori di competitività: demografia, fonti energetiche e innovazione. In un confronto fra Europa e Usa, questi ultimi hanno una dinamica demografica più favorevole: fra 30 anni avranno 80 milioni di abitanti in più». Andrebbero comunque fatte tre cose: «riforme urgenti per la competitività: lavoro, semplificazione e Fisco».

Quanto alle imprese, Gallia riconosce che hanno resistito in questi anni difficili sul mercato. «Gli imprenditori sono stati eccezionali. Restiamo la seconda manifattura d'Europa. E se fino ad ora la dimensione familiare dell'impresa è stata determinante per lo sviluppo dell'economia italiana ma adesso servirebbe un sistema più aperto».

Banche ed imprese «hanno bisogno che il Paese riprenda a crescere. Farei inoltre una riflessione - prosegue Gallia - le imprese italiane necessitano di un rafforzamento patrimoniale e dipendono troppo dalle banche. Bisogna diversificare le fonti di finanziamento. La Borsa è un esempio e credo che saranno decine le aziende che si avvicineranno a Piazza Affari». Inoltre «per finanziarsi esistono anche altri strumenti. I minibond, obbligazioni fatte su misura per imprese medie, per esempio, o il venture capital per le iniziative dell'imprenditoria giovanile. Molte società stanno pensando alla quotazione in Borsa mentre fino a un paio di anni fa molte non volevano nemmeno sentirne parlare. Le aziende manifatturiere del listino di Borsa in Italia pesano il 30% mentre in Francia o in Germania raggiungono il 70%: una riflessione va fatta».

E per la banca «è una sfida sul fronte delle competenze. Ma la strada è stare al fianco delle imprese in ogni frangente. Quando cercano di crescere all'estero, prima di tutto. Ma anche fornendo servizi, dal cash management all'investment banking».