20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Sindacato

CGIL, Landini vuole le primarie

Il leader della Fiom Maurizio Landini, in un'intervista a Repubblica, pensa anche alle primarie per rendere più democratico e trasparente il sindacato.

ROMA - «Che ci sia la necessità di un cambiamento democratico del sindacato è fuori discussione. C'è un mercato del lavoro che è totalmente cambiato e ci sono milioni di lavoratori che non hanno rappresentanza». Il leader della Fiom Maurizio Landini, in un'intervista a Repubblica, pensa anche alle primarie per rendere più democratico e trasparente il sindacato.
«Dopo che al congresso della Cgil ha partecipato circa il 20% degli iscritti credo che l'attuale discussione congressuale, con cadenza quadriennale, vada superata. Le primarie? Non escludo nulla per rendere più democratico e trasparente il sindacato. È una discussione che va affrontata, sapendo che il sindacato non è un partito, che ha migliaia di delegati nei posti di lavoro, che, almeno per quanto riguarda la Fiom, utilizza le risorse che gli derivano esclusivamente dal pagamento delle tessere. In ogni caso bisogna trovare un modo per far partecipare i lavoratori fino alla possibilità che siano loro a scegliere i gruppi dirigenti».

Troverà un accordo con la Camusso? «Ho parlato di un esito congressuale truffaldino. Lo confermo. Non vedo, ad oggi, le condizioni perché il congresso si concluda unitariamente».
Per Landini «Renzi può fare una cosa per far sì che il sindacato si riformi: presentare una legge sulla rappresentanza e la democrazia sindacali. Perché bisogna mettere le lavoratrici e i lavoratori nelle condizioni di cambiare il sindacato. Solo i lavoratori possono riformare il sindacato, non il governo né i vertici delle organizzazioni».

Renzi sta facendo «cose importanti e innovative», come gli 80 euro in busta paga a chi guadagna meno di 25 mila euro, («Mi pare una novità, una innovazione assoluta. Io da sindacalista non sono mai riuscito ad ottenere un aumento di 80 euro in una volta sola»), ma «ha anche imboccato strade vecchie e proposto ricette che di nuovo non hanno nulla», afferma Landini. «Penso alla liberalizzazione dei contratti a termine, senza più causale, che li fa diventare - spiega - la forma di assunzione normale. E addirittura al fatto che le eventuali violazioni dei limiti ai contratti a termine si traducano in una multa. Mi pare una vecchia idea. Erano anni che la Confindustria lo chiedeva senza riuscirlo ad ottenere. Eppure ci sono studi, citati dalla Banca d'Italia, che dimostrano come più precarietà si trasformi in meno produttività, meno investimenti, meno lavoro e dunque meno competitività. Renzi farebbe bene a leggerli».