26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Banche

FED: Regole più stringenti per le banche estere che operano negli USA

I più grandi istituti di credito, quelli con 50 miliardi di dollari o più in asset americani, dovranno creare una holding a cui faranno riferimento tutte le sussidiarie americane ed essere soggetti agli stessi standard su capitale, liquidità e gestione del rischio che sono imposti alle banche americane

NEW YORK - La Federal Reserve ha approvato ieri la versione finale di regole più severe sui requisiti di capitale per le banche estere. A queste ultime viene dato un anno in più per centrare i target della banca centrale americana, che dovranno essere rispettati a partire dal primo luglio del 2016.
Rispetto a precedenti versioni, il provvedimento definitivo si applica come atteso dal mercato a un numero inferiore di banche.

COINVOLTI 15-20 GRUPPI STRANIERI - I più grandi istituti di credito, quelli con 50 miliardi di dollari o più in asset americani, dovranno creare una holding a cui faranno riferimento tutte le sussidiarie americane ed essere soggetti agli stessi standard su capitale, liquidità e gestione del rischio che sono imposti alle banche americane. In pratica, dai 15 ai 20 gruppi stranieri saranno chiamati a rispettare le regole della Fed, allentate rispetto alla versione proposta nel dicembre 2012 e che chiamava in causa società con 10 miliardi di dollari di asset.

YELLEN SODDISFATTA - «Come dimostrato dalla crisi finanziaria, l'improvviso o il prossimo fallimento di grandi istituzioni finanziarie può avere effetti destabilizzanti sul sistema finanziario e pesare sull'economia in generale», ha dichiarato in una nota il governatore della Fed, Janet Yellen. «Come la crisi ha sottolineato, il tradizionale framework di supervisione e regolamento delle principali istituzioni finanziarie e di misurazione dei rischi conteneva debolezze materiali. La regola finale affronta queste fonti di vulnerabilità», ha aggiunto.

SERVE CRESCITA PIÙ EQUILIBRATA - Gli Stati Uniti hanno sollecitato i paesi del G20 a promuovere una crescita economica che sostenga domanda e crei occupazione, evidenziando come al momento la crescita risulti «disuguale e ben di sotto del suo potenziale».
n vista del vertice in programma questo fine settimana a Sydney, Australia, il segretario al tesoro Usa, Jacob Lew, ha inviato una lettera ai suoi colleghi del G20 in cui denuncia i «rischi che minacciano le prospettive economiche», come «l'estrema volatilità di diversi mercati emergenti», sottolineando la necessità di una «crescita mondiale più rapida e più equilibrata».
«A fronte di una ripresa economica globale, l'attività rimane debole e la domanda globale deficia. Come risultato, le nostre economie stanno creando troppo poca occupazione l'impegno dei nostri leader per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata richiede il ripristino della piena occupazione e un riequilibrio duraturo della domanda globale».