Fiat, Marchionne faccia a faccia con Monti
Il Premier e il numero uno del Lingotto si vedranno oggi alle 16 a palazzo Chigi, un incontro molto atteso convocato dal governo dopo la retromarcia di Torino sul piano Fabbrica Italia. Monti, con i ministri Elsa Fornero (Lavoro) e Corrado Passera (Sviluppo economico), da Marchionne e dal presidente John Elkann si aspettano chiarezza sugli impegni del gruppo
ROMA - Mario Monti e Sergio Marchionne, un faccia a faccia sul futuro della Fiat in Italia. Il premier e il numero uno del Lingotto si vedranno oggi alle 16 a palazzo Chigi, un incontro molto atteso convocato dal governo dopo la retromarcia di Torino sul piano Fabbrica Italia. Monti, con i ministri Elsa Fornero (Lavoro) e Corrado Passera (Sviluppo economico), da Marchionne e dal presidente John Elkann si aspettano chiarezza sugli impegni del gruppo, con un «quadro aggiornato» sulle strategie. Una richiesta cui i vertici del Lingotto risponderanno probabilmente anche con alcune richieste, dal sostegno europeo all'industria dell'auto alla competitività del Paese. E alla vigilia dell'incontro Marchionne ha lanciato un messaggio chiaro: in Brasile la Fiat va bene perchè il governo aiuta le case automobilistiche, mentre in Europa questo non è possibile perchè vietato dalle regole Ue.
PRESSING SU PIÙ FRONTI - La convocazione del governo - una settimana dopo l'annuncio del Lingotto sul superamento di Fabbrica Italia - è arrivata dopo giorni di pressing su più fronti, dai partiti ai sindacati, tutti preoccupati per un futuro addio all'Italia. Per fine ottobre infatti sarà svelato il nuovo piano su prodotti e stabilimenti, aggiornato al contesto attuale di crisi profonda del mercato soprattutto in Europa, con molti costruttori costretti a rivedere i progetti futuri. Una situazione difficile che ha spinto la Fiat a correre ai ripari, cercando una nuova strategia per affrontare la lotta tutti contro tutti, nella battaglia per la sopravvivenza tra le grandi case europee.
L'«AIUTO» DEL GOVERNO - Al governo Marchionne potrebbe anticipare a grandi linee il nuovo disegno strategico della Fiat, basato sull'idea di resistere in Italia con i profitti realizzati nel resto del mondo. Ma chiederà di essere sostenuto in questo sforzo, perchè l'azienda da sola non potrebbe farcela. Possibile quindi - come ha lasciato intendere l'ad rispondendo a Passera - la richiesta all'esecutivo di un intervento in sede UE per sostenere il settore auto, di un maggiore impegno per gli ammortizzatori sociali e un piano per la competitività del Paese, indispensabile per continuare ad avere stabilimenti.
I NODI DA SCIOGLIERE - L'Italia, secondo Marchionne, è frenata da alcune zavorre su cui è necessario intervenire al più presto. C'è il rischio-Paese, che impone alle imprese tassi più alti rispetto ai concorrenti stranieri. Ci sono poi le difficoltà per i gruppi italiani di accedere ai finanziamenti della Bce, il rigoroso sistema di controlli sulle società quotate e le regole sulla governance societaria (che porteranno Fiat Industrial a spostare la sede in Olanda, dopo la fusione con Cnh). Problemi che il numero uno del Lingotto potrebbe mettere sul tavolo domani, sottolineando l'esigenza di affrontare presto questi nodi.
FORNERO: FIDUCIOSA PER DOVERE - In vista della riunione a palazzo Chigi, intanto, il governo mostra prudenza. «Sono fiduciosa per dovere»», ha detto il ministro Fornero, mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha auspicato che sia «un incontro utile, bisogna chiarirsi e parlarsi. È necessario che i problemi siano esposti con chiarezza e sincerità, bisogna che qualcuno - ha aggiunto - si impegni ad ascoltare e a risolvere i problemi nei limiti del possibile».
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