19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Continua la mobilitazione

Ilva: Sindacati, sciopero di 24 ore giovedi a Taranto

Chiedono un percorso sindacalmente condiviso, che «impegni azienda e istituzioni a realizzare gli investimenti necessari a coniugare le attività produttive, con tutela della salute e dell'ambiente interno ed esterno». Squinzi: Preoccupati, a rischio vocazione industriale del Paese. Federacciai: E' un patrimonio del paese, battersi per il suo futuro

ROMA - Fim, Fiom, Uilm e Cgil, Cisl, Uil di Taranto continuano la mobilitazione a sostegno die lavoratori dell'Ilva. Chiedono un percorso sindacalmente condiviso, che «impegni azienda e istituzioni a realizzare gli investimenti necessari a coniugare le attività produttive, con tutela della salute e dell'ambiente interno ed esterno» e proclamano per giovedì prossimo, 2 agosto, 24 ore di sciopero con manifestazione ed assemblea pubblica nella città di Taranto.
Le iniziative di lotta dei lavoratori dell'Ilva sono continuate nella giornata con lo sciopero del terzo turno. Questo pomeriggio si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil nazionali e territoriali, Cgil, Cisl e Uil di Taranto e la direzione dell'Ilva, rappresentata dal presidente Bruno Ferrante.
Nel corso della riunione - afferma il sindacato in una nota unitaria - Ferrante ha dichiarato che è stata fissata per il 3 agosto, sulla base del ricorso da loro presentato, la convinzione del Tribunale del Riesame sull'insieme dei provvedimenti, ed è intenzione dell'azienda confrontarsi direttamente, da subito, con la Procura.
«Abbiamo apprezzato la volontà dell'impresa di proseguire tutte le attività produttive coniugando la tutela del lavoro, della salute e della sicurezza, dell'ambiente interno ed esterno e a tal fine rafforzare il dialogo ed il confronto negoziale con il sindacato, le istituzioni ed il Governo. Consideriamo importanti le comunicazioni dell'azienda - sottolinea il sindacato - a partire da quella sulla convocazione del Tribunale del Riesame, per il 3 agosto che, siamo fiduciosi, possa garantire l'operatività degli impianti. Consideriamo questi primi e parziali risultati frutto delle iniziative di lotta, dei lavoratori dell'Ilva, che continuano nella giornata odierna con lo sciopero del terzo turno».

Squinzi: Preoccupati, a rischio vocazione industriale del Paese - «Siamo molto preoccupati per lo stabilimento Ilva di Taranto». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, interviene all'indomani dei provvedimenti del Gip di Taranto che hanno disposto il sequestro del cuore produttivo del sito. «Non sono solo a rischio le sorti della prima acciaieria di Europa, di decine di migliaia di lavoratori e di un intero territorio; ad essere a rischio, proprio in un momento così delicato per l'Italia, è la stessa vocazione industriale del nostro paese. Un provvedimento di questo tipo colpisce un'azienda che ha lavorato nel corso degli anni per adeguarsi alle norme ambientali e rappresenta un segnale difficile da comprendere per gli investitori, soprattutto esteri».
L'impegno del presidente Monti e dei ministri Clini e Passera «confortano» e dimostrano, secondo Confindustria, «la compattezza delle istituzioni nel voler affrontare con determinazione ed urgenza il problema dell'area di Taranto e dell'Ilva».

Ceccardi: Sequestro giudici un colpo insopportabile - Il provvedimento di sequestro parziale disposto dal Gip di Taranto che impone il blocco delle lavorazioni e lo spegnimento degli impianti delle aree che costituiscono il cuore produttivo dello stabilimento dell'Ilva, «desta grandissima preoccupazione in tutti gli imprenditori metalmeccanici». Lo afferma il presidente di Federmeccanica Pier Luigi Ceccardi, secondo il quale in un momento così grave per l'economia del nostro Paese, «incidere con decisioni così traumatiche sul più grande insediamento siderurgico europeo, rappresenta un colpo insopportabile non solo per la siderurgia italiana, ma per tutto il manifatturiero nazionale».

Federacciai: E' un patrimonio del paese, battersi per il suo futuro - «L'Ilva di Taranto è un patrimonio del Paese, rappresenta uno dei migliori esempi di quanto l'Italia sia stata capace di fare per essere un moderno e importante Paese industriale e il Governo deve compiere ogni passo per la sua riapertura». Lo afferma Federacciai in una nota ricordando che «lo Stato prima, e la famiglia Riva poi hanno investito ingentissime risorse per rendere lo stabilimento siderurgico non solo tecnologicamente all'avanguardia, per prodotti e processi, ma anche assolutamente in regola con le normative ambientali e ecologiche».
«Il significato economico di Taranto - dice Federacciai - va ben al di là del pure ingentissimo peso occupazionale per l'economia dell'area, ma si estende a tutta l'industria italiana che lavora ed eccelle sulla trasformazione dei prodotti dell'Ilva di Taranto Colpire Taranto significa colpire duramente questa filiera, con conseguenze economiche e sociali drammatiche».
«L'industria italiana, anche quella siderurgica - dice Federacciai - deve ovviamente rispettare tutte le leggi e in particolare quelle ambientali e quelle per la sicurezza sul posto di lavoro. Ma proprio qui sta il punto, perché la vicenda di questi giorni ripropone brutalmente il tema della reale possibilità per interi settori dell'industria di base (non solo la siderurgia) di rimanere a operare sul suolo patrio».