Bernanke: No a nuovi stimoli per l'economia USA
Il Presidente della FED: La crisi dell'Eurozona pesa sull'economia globale e statunitense. Le politiche fiscali americane «sono su una via insostenibile». Lo sviluppo di un piano credibile di medio termine per ridurre il deficit «dovrebbe essere una priorità»
NEW YORK - Non ci saranno nuovi stimoli all'economia statunitense per il momento, nonostante il rallentamento della crescita statunitense. Lo ha detto oggi, di fronte alla commissione bancaria del Senato, Ben Bernanke. Il presidente della Fed ha sottolineato che la crisi dell'Eurozona pesa sull'economia globale e statunitense. Ma per risolverla, visto anche il contesto «confuso», potrebbe essere necessario molto tempo.
CRESCITA SOTTO IL 2% - La crescita nel secondo trimestre, ha detto Bernanke, sarà sotto il 2 per cento. Secondo il presidente della Fed «l'economia statunitense ha portato avanti il suo recupero, ma l'attività economica sembra in qualche modo avere decelerato durante il primo semestre di quest'anno», anche a causa di una disoccupazione ancora a livelli alti. Colpa, anche, dell'Eurozona: per questo la soluzione della crisi è «cruciale».
ATTACCO AL CONGRESSO - Il numero uno della Fed, al contrario di quanto era atteso, non ha comunque dato indicazioni su ulteriori passi della Banca centrale a sostegno dell'economia. Poi, l'attacco al Congresso: se agisse, la Fed potrebbe non farlo. La Federal Reserve, ha aggiunto, «ha a disposizione un'ampia serie di strumenti» per sostenere l'economia, ma «le misure straordinarie devono essere utilizzate con cautela».
NECESSARIO RIDURRE IL DEFICIT - Bernanke ha poi ricordato il pericolo del 'fiscal cliff', il precipizio fiscale: lasciar scadere gli sgravi varati durante la presidenza Bush - che provocherebbe un rialzo delle tasse per gli americani - è tra i fattori di rischio per l'economia americana. Le politiche fiscali americane «sono su una via insostenibile», ha poi aggiunto Bernanke, sostenendo che lo sviluppo di un piano credibile di medio termine per ridurre il deficit «dovrebbe essere una priorità».
MERCATI NERVOSI - Giornata nervosa e volatile sui mercati in Europa, con modesti calmieramenti delle tensioni sui titoli di Stato di Italia e Spagna mentre le Borse sono inciampate nel pomeriggio, dopo precedenti tentativi di rafforzamento, a seguito delle parole del presidente della Federal Reserve. Intanto «la possibilità che in Europa la situazione peggiori ulteriormente resta un rischio significativo» sulle prospettive economiche Milano ha chiuso al meno 0,94 per cento, con lo spread Btp-Bund in lieve riduzione a 481 punti base. E in Europa come previsto venerdì si svolgerà un Eurogruppo straordinario pr teleconferenza per dare via libera agli aiuti alla Spagna sulla ricapitalizzazione delle sue banche.
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