29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Politica economica | Spending review

Bonanni: Pronti a proteste in tutta Italia

Il leader della CISL: «Necessario piano industriale per il pubblico impiego». Si va verso un primo provvedimento tra i 5 e i 7 miliardi

ROMA - «Come è successo in passato si dà la sensazione che si fanno interventi per poi procurare più danni di quelli di prima. Quello che serve è un vero e proprio piano industriale per il pubblico impiego. Devono intanto decidere cosa dovranno essere le regioni che per come sono non posso restare, devono essere più sobrie e talora anche accorpate. Le province non possono più esistere. I comuni devono accorparsi». Queste le parole di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, sulla spending review a Tgcom24.

Serve un piano industriale per il pubblico impiego - «Bisogna provocare un riassetto molto forte della realtà amministrativa e istituzionale - ha proseguito - solo in questo quadro che si riassetta il pubblico impiego. Se si fanno tagli con criterio va bene e noi lo sosterremo. Altrimenti, se si faranno tagli tanto per farli, si faranno solo più guai. A quel punto, faremo iniziative in tutta Italia e in tutte le città. Vedremo cosa faranno e poi ci regoleremo di conseguenza. Faremo quello che serve, se occorrerà uno sciopero generale lo faremo ma ci sono mille modi per protestare. Al governo chiederemo un piano chiaro frutto di una ristrutturazione pensata e discussa con parti sociali e Parlamento, non vogliamo una cosa che rischia di essere come quella degli esodati. Quello che è stato fatto con gli esodati rappresenta ciò che non deve essere fatto».

Si va verso un primo provvedimento tra i 5 e 7 miliardi - Incontri ancora in corso tra i ministri in serata a Palazzo Chigi per definire il prossimo provvedimento sulla spending review. Alle riunioni, che si stanno tenendo anche in gruppi più ristretti, partecipano il premier Mario Monti, il commissario straordinario alla spending review, Enrico Bondi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, il viceministro all'Economia, Vittorio Grilli, con uno staff del Tesoro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, Filippo Patroni Griffi, ministro della Funzione pubblica con il titolare del dicastero della Salute, Renato Balduzzi.
Quella che si sta profilando nelle ultime ore è l'ipotesi di portare al prossimo cdm, a quanto si apprende, un provvedimento più 'leggero', comunque superiore alla cifra dei 4,2 miliardi originari per la spending review, e che potrebbe oscillare tra i 5 e i 7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe andare in cdm giovedì pomeriggio o venerdì mattina. Mentrer un successivo provvedimento con ulteriori tagli, che potrebbero arrivare ad altri 5 miliardi, potrebbe vedere la luce più in là, ma sempre in estate. L'esecutivo punta a una scelta in due tappe anche per stemperare la tensione con i sindacati.
Domani mattina infatti si terrà infatti un incontro tra l'esecutivo e le parti sociali alle quali saranno illustrate le misure su cui sul tavolo del governo. Un vertice atteso e intorno al quale c'è tensione per le proteste dei sindacati che non hanno escluso la possibilità di uno sciopero generale contro i tagli e degli Enti locali, in primis le province, che temono tagli lineari.