29 aprile 2024
Aggiornato 09:30
La riforma del mercato del lavoro

Lavoro: Casini, all'appello di Monti rispondiamo «presente»

Il leader dell'UDC: Ok subito a ddl, in seguito si può fare tagliando. Gasparri: Se così urgente perché non hanno fatto dl?. Fassina(Pd): Per il 28 giugno non ce la facciamo. Scilipoti: Non siamo i domestici di Monti

ROMA - «Monti ci chiede di rafforzare il governo in vista del Consiglio europeo del 28 giugno: approviamo subito il ddl lavoro. Poi, in un secondo tempo, si può fare una verifica, un tagliando, ma intanto va approvato». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando alla Camera.
«Monti - ha ribadito - ha fatto appello ad approvare subito la riforma del lavoro. Noi dobbiamo rispondere 'presente'. Basta indebolire un governo che invece a parole si dice di sostenere».

Gasparri: Se così urgente perché non hanno fatto dl? - «Potevano fare un decreto! Se c'erano i requisiti di necessità e urgenza, avrebbero potuto fare un decreto. Perché non si è fatto? Chi è stato?». Così Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, risponde ai giornalisti che gli domandano se il suo partito ascolterà l'appello del premier Mario Monti ad approvare definitivamente il ddl lavoro entro il 28 giugno, data del Consiglio europeo. «Faremo le nostri valutazioni», ha aggiunto Gasparri.

Fassina(Pd): Per il 28 giugno non ce la facciamo - Per Stefano Fassina è difficile chiudere la riforma del lavoro entro il 28 giugno. Il responsabile economia del Pd lo ha detto a Un giorno da pecora, su Radio2. «Per il 28 giugno non ce la facciamo. Il Parlamento deve avere il tempo di lavorare, noi cercheremo di fare il prima possibile».
In ogni caso, ha aggiunto, se il Governo metterà la fiducia sull'articolo 18 della riforma del lavoro il Pd la voterà: «Si, noi lo voteremo anche se non verrà posta la fiducia».

Di Pietro: Monti ha fretta di cancellare l'articolo 18 - La riforma del lavoro è «utile e dannosa», il presidente del Consiglio «ha fretta di cancellare l'articolo 18». Lo ha detto il leader Idv Antonio Di Pietro: «Il presidente Monti ha detto che vuole arrivare alla riunione del Consiglio europeo di fine mese con la riforma del lavoro, cioè con la cancellazione dell'art.18, già approvata. Il presidente della Camera Fini e il ministro Passera si sono messi subito a fare il tifo, affermando che l'obiettivo è a portata di mano. Nessuno di loro, a partire proprio dal professor Monti, ha spiegato perché mai sia così importante. Non lo spiegano perché non c'è una spiegazione logica, dal momento che quella norma è odiosa e ingiusta, ma è anche del tutto inutile».

Cazzola (Pdl): Possibile ok entro il 28 ma poi modifiche - «Trovo singolare la simpatia dell'Ue per un ddl che non risolve la questione della flessibilità in uscita e, anche se al Senato hanno fatto un buon lavoro, irrigidisce il mercato del lavoro punendo la flessibilità in entrata. Secondo me non l'hanno letta bene, ma visto che comunque in Europa così la leggono e guardano i segnali, una strada per votarla entro il 28 ci potrebbe essere: lasciare il testo così come è stato approvato dal Senato e negoziare con il governo una serie di modifiche anche al ddl lavoro da collocare nel decreto sviluppo». Lo dice a Radio Radicale il vicepresidente della commissione lavoro della Camera Giuliano Cazzola, deputato del Pdl.

Scilipoti: Non siamo i domestici di Monti - «Monti mostri più rispetto per il Parlamento e per gli impegni presi, prima definisce un calendario dei lavori poi senza interpellare nessuno cambia le carte in tavola durante un intervista, il Presidente del Consiglio si dimostra ancora una volta arrogante e irrispettoso convinto di poter dettare legge e impartire disposizioni come se i Parlamentari fossero i suoi domestici». Lo ha affermato in una nota Domenico Scilipoti, commentando la richiesta al Parlamento dal Premier Monti di approvare la riforma del lavoro entro giugno.