20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La crisi dell'economia greca

Juncker: Il piano di rilancio per la Grecia è insufficiente

Lo ha affermato il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker in un'intervista al giornale ellenico Kathimérini in edicola oggi. Fugatti (Lega): Finora dal Governo solo record negativi

ATENE - La zona euro ha messo l'accento soprattutto sul risanamento delle finanze pubbliche della Grecia e non sulla crescita per aiutare Atene a uscire dalla crisi. Lo ha affermato il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker in un'intervista al giornale ellenico Kathimérini in edicola oggi.
«Credo che non abbiamo messo sufficientemente l'accento sulla dimensione della crescita al problema generale greco. Abbiamo soprattutto insistito sul risanamento delle finanze pubbliche senza dare soluzioni alternative o lasciare la scelta alla Grecia (...)», ha detto Juncker. «Ci siamo mostrati inflessibili rispetto al risanamento delle finanze ma molto deboli riguardo all'altro parametro importante, quello della crescita (...)», ha precisato, sottolineando di rammaricarsi per «l'aggravarsi delle condizioni di vita dei greci».
Per Juncker sarebbe stato «più logico mettere sin dall'inizio l'accento sulla dimensione della crescita (...) dal momento che la Grecia attraversa il suo quinto anno di recessione».

Fugatti (Lega): Finora dal Governo solo record negativi - «Finora il governo Monti ha ottenuto il record di incremento del debito pubblico, che grava sempre di più sulla testa dei cittadini, e una crescita del 50 percento rispetto al mese precedente delle ore di cassa integrazione». Lo dichiara in una nota il vicecapogruppo dei deputati della Lega Nord, Maurizio Fugatti.
«Se a questi numeri - prosegue - aggiungiamo che, come riportato ieri da Francesco Giavazzi sul Corriere, il Fondo monetario internazionale prevede una contrazione del 2,2 percento della nostra economia, ci chiediamo quali soluzioni abbia in mente il presidente Monti. Se l'unica strada sarà di continuare a tassare i cittadini e le imprese, è difficile immaginare un'inversione di tendenza che porti a una fase di crescita per il Paese».