Lavoro, Monti: Ci manca il contributo di Biagi
Messaggio del Premier per il Premio Biagi: In campo le energie migliori, la sua sarebbe stata determinante. Vendola: La bozza del Governo va nella direzione sbagliata. Alfano: Il conto non lo possono pagare le PMI. Maroni: Facilitare le assunzioni, non i licenziamenti
BOLOGNA - «La riforma del mercato del lavoro è un tema cruciale e una priorità per il governo». Lo ha scritto il presidente del Consiglio Mario Monti, in un messaggio inviato in occasione della cerimonia per il Premio Marco Biagi, organizzata dal quotidiano Il Resto del Carlino di Bologna.
«Stiamo mettendo in campo le energie migliori per consentire al nostro Paese di beneficiare anche in questo campo di maggiore equità, anzitutto tra generazioni e sessi e di maggior orientamento al merito - ha scritto Monti -. A queste energie manca purtroppo un contributo determinante, quello di Marco Biagi, che di questa materia era uno degli esperti più illuminati, oltre che più competenti e che per affermare i valori a cui noi oggi ci ispiriamo ha sacrificato il bene più prezioso, la sua stessa vita».
Vendola: La bozza del Governo va nella direzione sbagliata - L'ipotesi di riforma del mercato del lavoro uscita dal vertice di ieri sera non convince il leader di Sel Nichi Vendola: «Non sappiamo ancora qual è la proposta precisa che sta maturando al tavolo del confronto sul mercato del lavoro. Ma certo la proposta di riforma del mercato del lavoro presentata dal governo nella notte, per quello che si conosce, va nella direzione sbagliata, quella già imboccata a suo tempo dal governo Berlusconi. La stella polare che orienta le scelte ci pare la stessa: deregolamentazione e flessibilità, che nei fatti non hanno affatto innescato quel circuito virtuoso».
Vendola ha criticato le correzioni agli ammortizzatori sociali, «nella sostanza equivalenti al taglio», mentre «la riduzione delle tipologie di contratto da quasi 50 a 8 è una svolta, ma rischia di rimanere solo apparente. Il praticantato resta infatti la base del sistema, e si tira dietro la precarietà come modello fondante». Le modifiche all'articolo 18, invece, rappresentano solo «la volontà di procedere a tappe forzate verso la precarizzazione del lavoro».
«Ci sarebbe invece bisogno - ha concluso - di intervenire sulla crescita, con un piano per l'occupazione. Ma di tutto ciò non vediamo traccia: vediamo al contrario il governo perseguire nell'esecuzione dei dettati della Bce».
Alfano: Il conto della riforma non lo possono pagare le PMI - Il Pdl non lavora per dividere le forze sociali, ma per difendere le Pmi, ed è per questo che la speranza è di concludere l'accordo sul lavoro entro marzo. A dirlo è il segretario del Pdl, Angelino Alfano, interpellato dai giornalisti a Napoli.
«L'orientamento del governo, che c'è stato riconfermato anche ieri è di concludere entro marzo e quindi fare una proposta, secondo il nostro auspicio, la più unificante possibile. Noi - ha proseguito Alfano - non lavoriamo per la divisione delle forze sociali e proprio per questo difendiamo con forza la piccola e media impresa italiana che non può pagare il conto di una riforma del mercato del lavoro che carichi sui piccoli e medi imprenditori altri costi e altri oneri relativi al lavoro».
Per Alfano il costo del lavoro «non può costare più di quanto non sia già» e per questo «faremo di tutto affinché non siano tassati i costi del lavoro».
Maroni: Rendere più facili le assunzioni, non i licenziamenti - Al posto di «rendere più facili i licenziamenti, occorre rendere più facili le assunzioni», perché il primo dei problemi è il lavoro per i giovani. Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine di un incontro nel bresciano. «Le piccole e medie imprese aderenti a Rete Italia, ha osservato Maroni, «hanno minacciato di disdire tutti i contratti collettivi di lavoro a seguito dell'intesa raggiunta ieri sera. E questa è la cosa più grave. Sembra che nessuno se ne curi».
La Lega, ha aggiunto Maroni, è preoccupata perché «se il mondo delle imprese dice no a queste misure ciò vuol dire perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese. L'esatto contrario di quello che serve».
Cicchitto: Non penalizzare PMI, commercianti e artigiani - «Uno dei nodi fondamentali da sciogliere a proposito della riforma del mercato del lavoro è il fatto che non devono essere penalizzati e le piccole imprese, i commercianti e gli artigiani». Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sottolineando che «è auspicabile che in materia, dopo gli incontri con le organizzazioni sindacali e la Confindustria, il ministro Fornero abbia approfonditi confronti anche con i rappresentanti di queste categorie».
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