Lavoro: Casini, Sindacati responsabili. L'accordo si farà
Il leader dell'UDC a «Avvenire»: Ora cautela, soprattutto dalla Fornero. Serve una riforma non lacerante. D'Alema: Trattativa difficile. Alfano: No all'aumento del costo per le imprese. Cazzola: Inaccettabile la riforma dei contratti. Di Pietro: Io contesto il merito delle proposte Fornero
ROMA - «Io ci credo» ma «il fronte è delicato e la trattativa complessa» e dunque «serve cautela». Perchè «oggi bisogna evitare strappi. Mediare, capire le ragioni di chi ti siede davanti. E anche avere il coraggio e la forza di rinunciare a un risultato in apparenza magari più significativo ma che lacera il Paese e di accettare una conclusione meno appariscente ma dove la parti sociali siano pienamente coinvolte».
Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, intervistato da Avvenire, si è detto fiducioso sul buon esito di un'intesa sulla riforma del mercato del lavoro, elogiando il comportamento del sindacato e chiedendo in particolare alla responsabile del Welfare Elsa Fornero la massima disponibilità e prudenza nella fase finale del confronto in atto. «Sto vedendo un sindacato maturo e affidabile - ha affermato fra l'altro - stanno dando tutti prova di responsabilità: Cgil, Cisl, Uil, Ugl». E il sindacato di Susanna Camusso, in particolare, «non è più -ha evidenziato il leader Udc- il sindacato bartricadero: non ha minacciato di lasciare il tavolo: segnali importanti per una società che ha un disperato bisogno di pace sociale e riforme». Novità che il Governo deve saper raccogliere, posto che il ministro Fornero «qualche battuta poteva evitarla». Ed in ogni caso l'obbiettivo deve essere la chiusura del negoziato «senza morti e feriti, senza tensioni sociali».
D'Alema: Trattativa difficile - Sulla riforma del lavoro «speriamo di arrivare in porto, la trattativa è difficile», ma deve puntare a dare «maggiori certezze ai giovani. Questo è il vero problema: combattere la precarietà e dare maggiori certezze ai giovani». Lo ha detto Massimo D'Alema intervistato dal Tg2.
Alfano: No all'aumento del costo per le imprese - «Sì alla riforma del lavoro, no all'aumento del costo del lavoro per le imprese». È questo il tweet ideale che Angelino Alfano, segretario del Pdl, invia al premier Mario Monti a pochi minuti dall'inizio del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. Alfano ha risposto così a chi gli chiedeva, durante un'iniziativa dei giovani del Pdl, quale fosse il tweet che avrebbe voluto mandare al presidente del Consiglio prima della riunione di governo.
Bersani: Tengo moltissimo all'intesa - L'accordo sul mercato del lavoro è «possibile» e per il Pd è «assolutamente necessario». Lo ha detto il leader Pd Pier Luigi Bersani, intervistato dall'agenzia televisiva Vista. Bersani ha aggiunto che della questione si parlerà ovviamente al vertice di questa sera. «Vedo qualche passo avanti sul mercato del lavoro. Noi del Pd stiamo parlando con tutti e mi pare ci sia la possibilità di arrivare ad un accordo, ma bisognerà discutere ancora stasera per risolvere qualche problema». In particolare, Bersani parla degli «ammortizzatori, della contrattualistica...».
Bondi: Sulla riforma si misura la credibilità del Governo Monti - «Sulla riforma del mercato del lavoro si misura la credibilità del governo e in particolare del Presidente Mario Monti non solo in Italia ma soprattutto in Europa». Lo ha affermato in una nota il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.
Senatori Pd-Pdl alla Fornero: La riforma penalizza gli interinali - «Nel turbinio di proposte sulla riforma del lavoro rischiano di rimanere scottati i lavoratori interinali, titolari di una forma di flessibilità che deve mantenere i limiti di utilizzo per cui è stata progettata per non dar luogo a ulteriore precarietà». È quanto hanno scritto i senatori della Commissione Lavoro Achille Passoni, Rita Ghedini, Paolo Nerozzi (Pd), Cristina De Luca (Api-Fli), Vincenzo Fasano ed Ada Spadoni Urbani (Pdl) in una lettera inviata al Ministro del Welfare, Elsa Fornero.
Cazzola: Inaccettabile la riforma dei contratti - «Ho letto con preoccupazione il documento del governo che definisce le linee di intervento sulla disciplina delle tipologie contrattuali (in pratica, il tema delle cosiddette flessibilità in entrata). L'impostazione è inaccettabile». Lo dichiara in una nota Giuliano Cazzola, deputato del PdL.
«Sembra prevalere, infatti - prosegue - un pregiudizio di illegittimità dei rapporti di lavoro flessibili tanto che i datori dovranno districarsi in un percorso di autorizzazioni, verifiche, inversioni dell'onere della prova, sotto la minaccia sempre incombente della trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro. E' veramente singolare che, a fronte di un simulacro di riforma dell'articolo 18 dello statuto, si adottino, nei fatti, norme proibitive per le imprese che hanno l'esigenza di avvalersi di forme contrattuali vigenti, operanti in tutti i Paesi europei ed introdotte a seguito di direttive della Ue. E che lo si faccia nello stesso momento in cui il Governo vara un ampio programma di liberalizzazioni e di semplificazioni amministrative. Se tale impostazione non cambia vi sarà un mercato del lavoro più rigido che non gioverà alla causa della maggiore occupazione. Mi auguro che il segretario del mio partito sollevi il problema nell'incontro di stasera con il presidente Monti».
Di Pietro: Io contesto il merito delle proposte Fornero - «Io ho rispetto e stima per Fornero, sulle modalità con cui si propone non ho molto da sindacare, ma contesto il merito delle proposte che fa». Lo ha sottolineato il leader Idv Antonio Di Pietro, ospite a radio 24 a 24 Mattino.
«Non è che cambiando l'articolo 18 che si combatte la recessione, ma rilanciano e dando incentivi alle pmi, contrastando la corruzione, il malaffare. Io avrei preferito rilanciare l'economia dicendo alla Bce che quando le banche vanno a prendere le «paccate di miliardi» all'1% non le devono ridare al sistema produttivo al 5-7% o non devono comprarci i Bot facendo speculazione finanziaria», ha sottolineato Di Pietro.
Angeletti: Speriamo che trattativa non deragli all'ultimo - La trattativa per la riforma del lavoro «speriamo che non deragli» perchè «di solito il rischio è proprio che all'ultimo minuto si possa deragliare. E questo rischio non è eliminato». Lo ha affermato ad Agorà su Rai Tre, il segretario della Uil, Luigi Angeletti, commentando le parole del segretario della Cgil Susanna Camusso che ha definito la trattativa «sulle montagne russe».
«Ora - ha sottolineato Angeletti - ci sono condizioni migliori per una possibile intesa. La «paccata» di soldi non c'è, ma non c'è più neanche il rischio delle 'nozze coi fichi secchì. Comunque quello che ho letto sui giornali, che parlano quasi solo di articolo 18 e poco dei cardini della riforma, non credo possa essere accettato. Per noi non è la soluzione. Per licenziare una persona ci deve essere un motivo non sconosciuto o illegittimo. Siamo contrari anche al rovesciamento dell'onere della prova, col lavoratore che deve dimostrare la colpevolezza del datore di lavoro».
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