25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Il lavoro e le pari opportunità in RAI

RAI, Lei: Toglieremo la clausola di maternità e la riformuleremo

Nota del Direttore Generale: Nessuna discriminazione ma vogliamo evitare strumentalizzazioni. Mai nessuna «diminuzione» contratto lavoratrice in maternità. Franco (Pd): Vigileremo. Forum Famiglie: Quante clausole antigravidanza in Italia?

ROMA - La Rai toglierà dai contratti la contestatissima clausola, inserita nel contratto dei giornalisti autonomi che lavorano per viale Mazzini, che prevede la risoluzione del rapporto di lavoro in caso di maternità. Lo ha comunicato in una nota il Direttore Generale, Lorenza Lei: «Onde evitare inutili strumentalizzazioni ad ulteriore testimonianza che la clausola in contestazione non ha il rilievo che le viene attribuito - ha affermato - la direzione generale - non ha alcuna difficoltà a toglierla dai contratti per una diversa formulazione che non urti suscettibilità fatta salva la normativa vigente che non è nella disponibilità della Rai poter cambiare».
Lei ha ricordato che «i lavoratori autonomi non godono delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori, evidentemente per la scelta del legislatore, e non certo della Rai, di regolare in modo diverso le due tipologie contrattuali. I contratti di lavoro autonomo hanno, da sempre, previsto clausole che regolano la impossibilità di proseguire il rapporto, sia per causa del lavoratore che per causa dell'Azienda, con previsione, solo per quest'ultima, di una somma risarcitoria da versare al collaboratore in caso di recesso anticipato».

Mai nessuna «diminuzione» contratto lavoratrice in maternità - A quanto si apprende, la collaboratrice della Rai dal cui contratto sarebbe partita la polemica sul trattamento di maternità riservato dall'azienda alle lavoratrici autonome in gravidanza, avrebbe regolarmente esaurito il contratto durante il quale, nel 2010, ha portato avanti la sua gravidanza, senza che esso fosse risolto, nè lei perdesse un solo giorno di retribuzione.
La stessa collaboratrice, inoltre, di nuovo in gravidanza, avrebbe chiesto di favorirla in occasione della stipulazione di un nuovo contratto, attualmente alla firma del procuratore competente, e che prevede, in omaggio proprio a tale richiesta, una durata compatibile con le esigenze della consulente e l'elevazione del suo compenso al fine di evitarle un danno economico.
Ciò sembrerebbe confermare al tesi della Rai, secondo la quale l'Azienda, lungi dal penalizzare le collaboratrici in maternità', va ben oltre le disposizione di legge vigenti al fine di favorirle.

Franco (Pd): Vigileremo su cancellazione clausola contro maternità - «Noi siamo in Parlamento anche per vigilare che le dichiarazioni del direttore generale della Rai Lorenza Lei si traducano in fatti e dunque che la clausola vessatoria nei confronti delle donne scompaia dai contratti di consulenza della Rai. Detto questo, è chiaro che la discriminazione antimaternità denunciata dal coordinamento dei precari 'Errori di stampa' resta grave in sé e che la precarietà e la confusione contrattuale penalizzano purtroppo soprattutto le donne. E' proprio su questi temi che auspichiamo un intervento complessivo e sollecito del Dg Lei e della ministro Fornero». Lo dice la senatrice del Pd Vittoria Franco, componente della commissione Cultura.

Forum Famiglie: Quante clausole antigravidanza in Italia? - «È davvero scandalosa la clausola antigravidanza inserita nei contratti ultraleggeri della Rai. Ma non solo di gravidanza si tratta; ancora più scandalosa è la logica del contratto emerso da questa vicenda, che evidenzia una inaccettabile penalizzazione e discriminazione per i lavoratori flessibili. Lo ha affermato Francesco Belletti, presidente del Forum Famiglie.
«Se un lavoratore regolarmente assunto si ammala, si infortuna, o aspetta un bambino, gode, giustamente, di molte protezioni; se è «consulente» - cioè precario - l'azienda può interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro, «senza alcun compenso o indennizzo a suo favore .La Rai almeno in questo - purtroppo - svolge la sua funzione di servizio pubblico: è specchio fedele del paese, di un Paese in cui si parla di oltre due milioni di lettere di dimissioni in bianco firmate da giovani donne «in età da bambino» (se resti incinta, te ne vai) o di dipendenti Fiat che se fanno ricorso a congedi parentali o ad una qualunque delle facilitazioni previste con bambini piccoli devono rinunciare ai ricchi premi di produzione».
«Una schizofrenia sociale vista la sempre più diffusa consapevolezza di essere in pieno inverno demografico e viste le discussioni in Parlamento per arrivare addirittura al congedo di paternità obbligatorio... Eppure in Rai, qualcuno ha scritto quel contratto costringendo i precari a questi contratti capestro; qualcuno lo ha approvato (dov'erano i sindacati?). Se a Viale Mazzini, costantemente sotto i riflettori, la cosa è venuta fuori, quanti altri contratti capestro simili a questo sono oggi sottoscritti da tanti giovani? Una cosa - ha concluso- è certa: se qualcuno del Forum delle associazioni familiari avesse letto quel contratto, mai lo avrebbe accettato, anzi, lo avrebbe subito denunciato» conclude Belletti. «E la Rai avrebbe evitato l'ennesima brutta figura»