20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
La riforma del mercato del lavoro

Lavoro, Monti: Serve più mobilità

Il Premier al TG1: Negoziati non partono in discesa, ma sono fiducioso. Vendola (Sel): Più mobilità? Dai tecnici sentiamo cose di destra. Damiano (Pd): No ai licenziamenti facili, più ammortizzatori. Fioroni (Pd): Il lavoratore si tutela se ha un posto

ROMA - Il negoziato sulla riforma del lavoro parte in salita? «Soprattutto su questa materia» i confronti «è difficile che partano in discesa, altrimenti non dovrebbero avere luogo, ma io sono certamente fiducioso». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, in una intervista al Tg1.
Il premier ha indicato le «diverse esigenze» che bisogna «rendere compatibili», «io credo che sia possibile»: innanzitutto, «per creare occupazione in Italia, occorre che produrre in Italia diventi più competitivo»; poi «occorre che la protezione delle persone nel mercato del lavoro non diminuisca ma diventi più equilibrata e con una protezione meno concentrata sul singolo posto di lavoro e più concentrata sul singolo lavoratore, quindi con una esigenza di mobilità nel tempo». «Quindi c'è un obiettivo di efficienza ed un obiettivo di maggiore equità sociale», ha aggiunto Monti.

Vendola (Sel): Più mobilità? Dai tecnici sentiamo cose di destra - «Saranno pure tecnici, ma dicono cose un po' di destra». Con questa battuta il leader di Sel, Nichi Vendola, liquida le parole del presidente del Consiglio, Mario Monti, che oggi ha espresso l'esigenza di mobilità nel tempo per il mondo del lavoro.
«Il punto da cui partire è la disoccupazione che pone un problema di tenuta sociale nel Paese - ha detto il governatore della Regione Puglia a margine del Forum sui beni comuni a Napoli - Accanto a questo c'è il tema della precarietà che non rappresenta solo la condizione del diritto di lavoro del singolo, ma ha effetti anche sulla qualità dell'impresa». «Per me - ha aggiunto - un lavoro stabile e competente è un valore competitivo. Da questo punto di vista la distanza con i tecnici è notevole perché, saranno pure tecnici, ma - ha concluso Vendola - dicono cose un po' di destra».

Damiano (Pd): No ai licenziamenti facili, più ammortizzatori - «In questa situazione così drammatica per l'occupazione occorre facilitare le assunzioni, con adeguati incentivi alle imprese che assumono a tempo indeterminato, e non facilitare i licenziamenti». Lo dichiara il capogruppo democratico nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, commentando le parole del presidente del Consiglio Mario Monti, convinto che per creare occupazione in Italia occorre aumentare la mobilità spostando le protezioni dal posto di lavoro al singolo lavoratore.
«Il tema dell'articolo 18 - aggiunge Damiano - non va rimesso sul tavolo di confronto, sarebbe inutilmente destabilizzante. Occorre mantenere il più possibile, come fa la cassa integrazione, il rapporto tra lavoratore e impresa anche nei periodi di crisi. Gli ammortizzatori sociali intervengono successivamente per proteggere ulteriormente il reddito dei lavoratori nel momento della disoccupazione: il governo li deve migliorare per garantire durate e coperture economiche più estese delle attuali».

Fioroni (Pd): Il lavoratore si tutela se ha un posto - E' impossibile tutelare un lavoratore che non ha un posto di lavoro. Giuseppe Fioroni, interpellato telefonicamente, commenta così le frasi pronunciate oggi dal presidente del Consiglio sulla necessità di spostare la tutela dal posto di lavoro al lavoratore. «Non mi appassionano le definizioni teoriche. Credo che il presidente Monti sia d'accordo con me - dice l'esponente Pd - che è universalmente condiviso che non esiste tutela dello status di lavoratore senza l'esistenza di un posto di lavoro. Credo che questo debba essere lo sforzo del Governo e della politica».