Pensioni: chi prende 1600 euro ce ne rimette 500 l’anno
Bersani: non condividiamo tutte le misure di Monti. Ichino il tabù dei 40 anni deve cadere. Damiano: sulle pensioni non regaliamo voti alla Lega. Morando: il tetto dei 40 anni non va toccato: Chiamparino tocchiamo i 40 anni, ma anche l’evasione fiscale. Bonanni: sulle pensioni non accettiamo blizt da Monti
ROMA - Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro, ex ministro del Welfare ed ex compagno di scuola del ministro Elsa Fornero, oggi ha messo un paletto forte sulle pensioni: «Non serve continuare a discutere sulle illazioni giornalistiche a proposito della manovra del Governo. Mi auguro che si svolga un confronto preventivo con i leader dei partiti che sostengono il governo.
Bersani: non condividiamo il 100% delle misure - Il malumore del Pd nei giorni scorsi era sottotraccia, per raccontarlo bisognava affidarsi alle confidenze che qualche parlamentava concedeva dietro condizione dell'anonimato, ma oggi le perplessità cominciano ad essere leggibili anche nelle dichiarazioni ufficiali. La mancanza di informazioni ufficiali sui provvedimenti che il Governo si appresta a varare sta mettendo a dura prova non solo l'ala sinistra del Pd, ieri sera anche Franco Marini ha dato voce alle perplessità sull'articolo 18 e oggi sulle pensioni è stato lo stesso segretario Pier Luigi Bersani a spiegare che le indiscrezioni sui giornali non gli piacciono. Certo, Bersani ha assicurato che il Pd sosterrà il Governo anche se non condivide «il 100%» delle misure, ma il distinguo posto è significativo.
Damiano: il blocco dell’adeguamento non consente di sopravvivere - Così come è indispensabile che l'esecutivo non abbandoni la strada della concertazione con le parti sociali». Altri esponenti democratici, off the records, aggiungono: «Questa cosa del blocco dell'adeguamento al costo della vita è incredibile, soprattutto se fatta indiscriminatamente. E bisogna dire che anche un assegno di 2mila euro, se uno deve pagare un affitto, consente appena di sopravvivere...».
Non regaliamo voti alla Lega - L'ex ministro del Lavoro Pd Cesare Damiano insiste nel chiedere «un confronto preventivo sulle pensioni» con l'invito soprattutto al suo partito a «stare attenti a non regalare voti alla Lega».
«Io penso - ha detto Damiano - che il Governo non dovrebbe partire dalle pensioni ma dalla patrimoniale: una tassazione su grandi patrimoni, rendite, transazioni finanziarie» mentre «in questi anni le pensioni hanno già pagato tanto». E in ogni caso, a suo giudizio, «le pensioni di anzianità non si devono toccare», così come «chi è stato al lavoro per 40 anni, a cui si aggiungerà un ulteriore anno di finestra mobile, ha diritto di andare in pensione senza attendere ancora».
Morando: il tetto dei 40 anni non va toccato - «Non conosco l'atteggiamento del Governo ma ritengo sbagliato intervenire sul tetto dei 40 anni di contributi. La questione, però, si depotenzia introducendo il contributivo pro-rata per tutti». L'economista dei liberal del Pd Enrico Morando invita ad aspettare i testi delle proposte del Governo Monti sulle pensioni prima di alzare barricate, a suo giudizio premature in questo momento.
Ichino: il tabù dei 40 anni va abbattuto - Pietro Ichino torna a chiedere a governo e maggioranza la forza e il governo di superare il «tabù» dei 40 anni di contribuzione per andare in pensione «La questione dei 40 anni - ha detto il giuslavorista Pd - riguarda persone che hanno incominciato a lavorare all'età di 16 o 18, e che quindi aspira a ritirarsi a 56 o 58 anni.
Stiamo buttando tutto sulle spalle dei nostri figli - Qui i problemi sono due: il primo è di equità fra generazioni: stiamo lasciando ai nostri figli un sistema che consentirà loro di andare in pensione, se andrà bene, a 67 o 68 anni, con assegni nettamente inferiori rispetto ai nostri. Davvero vogliamo, oltre a questo, gravarli di un maggior debito pubblico per consentire ad alcuni di noi di ritirarsi prima dei 60 anni?»
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