Visco: Tassi alti sostenibili solo con il risanamento
Il neo-Governatore della Banca d'Italia: Accompagnate da piano organico di riforme che convinca i mercati. Bisogna buttare giù il rapporto debito-Pil. Grecia? Situazione molto difficile, faremo il possibile. Lavoreremo benissimo con Draghi
FRANCOFORTE - «Non c'è scritto» sul rapporto di pubblicato ieri dalla Banca d'Italia che siano sostenibili da sé rendimenti dei titoli di Stato all'8 per cento. Lo puntualizza il governatore Ignazio Visco giungendo al Consiglio direttivo della Bce a Francoforte. Si trattava di un «esercizio quantitativo fondato su una ipotesi importantissima: che tutte le misure di consolidamento vengano pienamente attuate», ha spiegato incontrando i giornalisti. Misure che prevedono di azzerare il deficit nel 2013 e «mirando a un bilancio in pareggio anche tassi all'8 per cento sono non in contrasto con una discesa del debito pubblico».
Ma appunto «è fondamentale dare piena attuazione alle misure di risanamento del bilancio. Bisogna buttare giù il rapporto debito-Pil», ha insistito il governatore. Inoltre «l'aspettativa dei mercati, è che perché il tutto sia credibile - ha aggiunto - deve essere inserito in un piano organico» che porti avanti riforme strutturali. «Non nell'immediato» perché non si tratta di provvedimenti che possano effettuarsi dall'oggi al domani ma comunque «in un tempo ristretto», ha concluso Visco.
Bisogna buttare giù il rapporto debito-Pil - In Italia «bisogna buttare giù il rapporto debito-Pil». Questo mentre «è fondamentale dare piena attuazione alle misure di risanamento del bilancio», ha aggiunto il governatore, in riferimento alle tensioni che continuano a vedersi sui rendimenti delle emissioni della penisola. E per riconquistare la fiducia dei mercati è altresì importante accompagnare le manovre di aggiustamento dei conti con un piano di riforme strutturali convincenti.
Grecia? Situazione molto difficile, faremo il possibile - La situazione della Grecia «è molto difficile e complessa», ha avvertito il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, giungendo al Consiglio direttivo della Bce a Francoforte, che come il resto delle autorità europee ha visto lo scenario generale sconvolto dall'annuncio a sorpresa, lunedì sera, da parte del premier ellenico George Papandreou di tenere un referendum popolare sulle misure di risanamento del bilancio e sugli aiuti negoziati con Ue e Fmi.
Ieri la questione è stata affrontata in un vertice a Cannes - dove da oggi si apre il G20 - con Germania, Francia, Ue e Fmi. Con Atene che tira dritto su questo referendum, a questo punti i partner europei e il Fmi pensano di congelare il pagamento degli aiuti già decisi e pressano la Grecia affinché effettui questa problematica consultazione giù a inizio dicembre. «Vediamo cosa succederà a Cannes», ha aggiunto Visco, mentre all'istituzione monetaria «abbiamo intenzione di fare tutto quanto è nelle nostre possibilità».
Lavoreremo benissimo con Draghi - All'Eurotower di Francoforte da stamattina è iniziato il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che oltre alle consuete decisioni sui tassi di interesse - all'1,50 per cento e su cui la maggior parte degli analisti non attende variazioni - è chiamato a riesaminare anche la problematica questione degli acquisti di titoli di Stato dell'area euro sotto stress. A questo direttorio, che per la prima volta viene presieduto da Mario Draghi, partecipano tutti i governatori della Banche centrali dei paesi dell'area valutaria.
Giungendo all'Eurotower poco prima delle 9, il nuovo governatore di Bankitalia, Ignazio Visco ha affermato che «lavoreremo benissimo con Draghi, che per tanti anni è stato fondamentale sulla stabilità finanziaria anche come presidente del Financial Stability Board».
Il tema più complesso oggi appare quello del Securities Markets Program, lo strumento con cui la Bce acquista bond governativi dell'area euro sotto stress. Operazioni che esulano il suo mandato istituzionale, che è quello di garantire la stabilità dei prezzi, tuttavia gli acquisti della Bce sono anche l'unica concreta difesa che l'Europa è in grado di alzare tempestivamente contro le tensioni dei mercati su questo delicato segmento.
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