18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Austria e Finlandia gelide sugli aiuti alla Grecia

Crisi, Moody's prolunga l'esame sull'Italia

Napolitano: «Italia tragga forza dai 150 anni di unità». Bossi: «L'Italia va a picco, la Padania è l'alternativa». Germania, la crisi debito fa crollare il sostegno al Governo. Trichet: «Attuare rapidamente il risanamento dei conti e le riforme»

ROMA - L'agenzia di rating Moody's ha annunciato di voler prolungare il periodo di valutazione del rating del debito italiano, attualmente fissata ad «Aa2».
La valutazione - iniziata tre mesi fa - dovrebbe concludersi «entro la fine di ottobre», come si legge in un comunicato diffuso dalla stessa agenzia.
Dopo tre mesi di lavoro, si legge nella nota, «continuerà l'esame per un possibile downgrade» del rating italiano, che al momento è Aa2. «Visto che - ha sottolineato l'agenzia - la situazione economica e finanziaria è sempre più impegnativa e gli sviluppi politici nell'area euro sempre più fluidi, Moody's continuerà a valutare i rating italiani nel contesto di questi rischi, e cercherà di concludere l'esame entro il prossimo mese».
Il rating italiano è stato messo sotto osservazione da Moody's per un possibile downgrade lo scorso 17 giugno. I motivi principali di questa decisione sono stati tre: le difficoltà nella crescita per un debolezza macroeconomica strutturale e il probabile aumento dei tassi d'interesse nel tempo; gli ostacoli nel realizzare i piani di risanamento di bilancio necessari per ridurre il debito e tenerlo a livelli sostenibili; i rischi legati alle condizioni di funding in continuo cambiamento per gli Stati europei con un debito elevato.

Napolitano: «Italia tragga forza dai 150 anni di unità» - Lo spirito delle celebrazioni per il 150esimo dell'unità d'Italia devono essere la chiave per superare le «prove difficili che l'Italia ha davanti». E' l'auspicio di Giorgio Napolitano, espresso nel corso dell'ultimo appuntamento della due giorni del capo dello Stato in Romania. Parlando a rappresentanti della comunità italiana a Bucarest, il presidente della Repubblica si è soffermato sulle celebrazioni per l'unità d'Italia, «evento - ha detto - non puramente italiano, ma grande fatto della storia europea perché da lì è partito lo sviluppo del paese».
«Negli anni successivi ai disastri e alle distruzioni della Seconda guerra mondiale - ha continuato Napolitano nel suo breve discorso al Museo nazionale d'arte di Bucarest - il nostro paese è entrato a far parte della schiera dei paesi più industrializzati del mondo». Ora, anche in questa fase di crisi, ha aggiunto, «dobbiamo tenere queste posizioni in una situazione difficile in un mondo che è cambiato».
«Non dobbiamo perdere posizioni - è il monito del capo dello Stato - ma dobbiamo guadagnarne, il che richiede un grandissimo sforzo simile a quello che voi state compiendo qui in Romania», ha detto ai rappresentanti della comunità italiana. «Confido molto che le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia, avendo ravvivato il sentimento che lega tutti gli italiani al loro paese, alla loro lingua e alla loro cultura, contribuiscano a dare a ciascuno, nei suoi comportamenti, il senso delle proprie responsabilità e l'impulso indispensabile affinchè l'Italia possa superare le prove difficili che ha davanti».

Bossi: «L'Italia va a picco, la Padania è l'alternativa» - «Che l'Italia vada a picco lo hanno capito tutti, è chiaro che bisogna preparare qualcosa di alternativo e questa è la Padania». Lo ha affermato il leader della Lega nord, Umberto Bossi, sul Monviso nel corso della 15esima festa dei popoli padani.

Austria e Finlandia gelide sugli aiuti alla Grecia. Euro in calo - Mentre la Finlandia punta i piedi sugli aiuti alla Grecia, ribadendo la pretesa di garanzie supplementari, l'Austria torna a paventare l'ipotesi di una insolvenza sui pagamenti della penisola ellenica: se l'attuale meccanismo di dovesse rivelarsi «troppo costoso» bisognerà cercare delle «alternative», ha avvertito il ministro delle Finanze Maria Fekter, tra le possibili soluzioni appunto quella di un default. In questo modo inizia tra voci di dissenso il vertice tra responsabili economici dell'area euro a Wroclaw, in Polonia, che dal pomeriggio proseguirà con il Consiglio Ecofin tra tutta l'Unione europea a 27, e in cui la crisi della Grecia resta tema centrale.
Intanto a metà mattina le Borse europee perdono slancio, dopo i forti rialzi di ieri - favoriti anche dal lancio di nuove manovre coordinate tra banche centrali sulla fornitura di liquidità supplementari in dollari - che si erano trascinati in apertura. A Milano il Ftse-Mib segna un limitato più 0,18 per cento, mentre Parigi torna a calare dello 0,54 per cento, Londra riduce i rialzi al più 0,28 per cento e Francoforte al più 0,82 per cento. Dopo i balzi di ieri l'euro torna a calare, a 1,3786 dollari.
Soprattutto la sparata dell'esponente austriaca contrasta decisamente con i toni utilizzati da diversi esponenti europei alla vigilia del vertice: sia la Commissione europea, sia Germania e Francia avevano ripetutamente assicurato che si proseguirà a fare ogni sforzo per evitare una insolvenza della Grecia. Per parte sua giungendo a Wroclaw il ministro greco, Evangelos Venizelos ha affermato che il vertice «è una opportunità per mandare un messaggio molto chiaro sul fatto che siamo in carreggiata per attuare il nostro programma». E che la piena attuazione del rafforzamento del piano anti crisi deciso dall'Ue lo scorso luglio, assieme a nuovi impegni della Grecia sul suo programma «sono l'uncia strada percorribile, non solo per la Grecia - ha detto - ma anche per l'area euro come insieme».
Invece secondo la Fekter sebbene al momento «proseguiamo risolutamente sulla nostra strada» di aiuti, «se dovessimo finire in una situazione che dovesse risultare più costosa di altre alternative», tra cui il default «allora dovremmo riflettere a queste alternative». Ad ogni modo «per ora non è questa la situazione».
Peraltro l'esponente austriaca ha messo le mani avanti dicendosi fiduciosa sul fatto che la prossima tranche di aiuti prevista dal piano di sostegno alla Grecia potrà essere pagata. Ma ha anche lasciato poco spazio alla possibilità che si trovi un accordo con la Finlandia, che pretende da Atene garanzie supplementari per stanziare aiuti.
La posizione finlandese è un altro dei punti di possibile attrito alle riunioni di Eurogruppo e Ecofin in Polonia, perché la linea di Helsinki potrebbe favorire resistenze anche da parte di altri paesi scettici sugli aiuti, oltre alla stessa Austria anche Paesi Bassi e Slovaccia. Per finanziare gli aiuti Helsinki pretende garanzie concrete, ad esempio ipoteche su terreni, e in cambio potrebbe accettare tassi di interessi più bassi sui fondi stanziati.

Germania, la crisi debito fa crollare il sostegno al Governo - La coalizione di governo litiga sul salvataggio dell'Euro e i cittadini tedeschi la puniscono. Un ultimo sondaggio registra un » drammatico» crollo di fiducia nei confronti del cancelliere Angela Merkel e nei due partiti al governo, il cristiano-democratico e i liberaldemocratici. Una netta maggioranza di tedeschi, peraltro, si dice contrario a qualsiasi altro aiuto finanziario alla Grecia.
Nel sondaggio dell'Istituto demoscopico YouGov per l'agenzia stampa Dpa, l'82% dei tedeschi boccia la gestione della crisi da parte del governo definendola «piuttosto cattiva». Due terzi dei tedeschi - aggiunge lo Spiegel online - non vogliono più sostenere finanziariamente la Grecia o altri Paesi che hanno problemi di debito sovrano.
Ieri lo stesso settimanale aveva paventato l'ipotesi, considerato il grave deterioramento dei rapporti tra la Cdu e l'Fdp - di una riedizione della Grosse Koalition, vale a dire un'alleanza tra il partito di Merkel e i socialdemocratici.

Oggi l'Ecofin, tra le tensioni sui mercati e la frenata della crescita - Tra la minaccia delle persistenti tensioni di mercato, e quella di un pesante rallentamento della ripresa, i massimi responsabili economici dell'Unione europea si ritrovano in Polonia, a Wroclaw, Breslavia in italiano, la quarta maggiore città del paese che ora detiene la presidenza di turno dell'Ue. Il consiglio informale dell'Ecofin che sarebbe dovuto servire a trovare una posizione comune dell'UE da portare alle riunioni autunnali di FMI e Banca Mondiale, in realtà si trasforma in una nuova riunione di emergenza sulla crisi debitoria che continua ad attanagliare l'area euro. E a fronte di una Europa apparentemente incapace a superare questi problemi - a oltre un anno dal lancio del piano di aiuti sulla Grecia, questo paese relativamente piccolo resta l'epicentro delle tensioni - si fa spazio perfino l'ipotesi di un «soccorso cinese», o in generale di un aiuti esterno dai giganti emergenti.
Per ora chi interviene sono le maggiori banche centrali mondiali, tornate a lanciare una azione coordinata contro le recenti tensioni dei mercati, che si temeva stessero coinvolgendo anche il mercato interbancario. La Federal Reserve americana, assieme alla Bce, alla Banca del Giappone, la Banca d'Inghilterra e la Banca Nazionale di Svizzera hanno deciso di operare assieme per immettere liquidità supplementari in dollari sui rispettivi mercati. Iniziative simili si erano viste nel 2008, dopo il precipitare della situazione innescato dal crack di Lehman Brothers. Immediata la reazione dei mercati che nell'Ue hanno chiuso con rialzi superiori al 3%.
Intanto la Commissione europea, come fatto la scorsa settimana dalla Bce, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita. Il commissario agli Affari economici, Olli Rehn ha per ora escluso una ricaduta in recessione, ma la ripresa si profila ora «lenta e piena di ostacoli», ha avvertito. Ora sul terzo trimestre è atteso un magro più 0,2 per cento del Pil sull'insieme dell'area euro, a fronte del più 0,4 per cento precedentemente stimato, e sul quarto la previsione è passata dal più 0,4 al più 0,1 per cento. Intanto gli Stati Uniti, inattesi invitati dell'ultimo minuto, premono affinché i partner Ue assumano azioni risolutive sui loro problemi.
La situazione resta critica mentre le tensioni sulla Grecia si sono riaccese dopo che nei giorni scorsi dichiarazioni di esponenti di primo piano della Germania avevano riaperto l'ipotesi di una insolvenza sui pagamenti. Ma è uno scenario dalle conseguenze imprevedibili, su cui sono stati fatti ripetuti parallelismi con il crack di Lehman Brothers, l'evento che nel 2008 fece da innesco alla caduta a precipizio delle Borse e alla recessione economica globale. Per questo diverse autorità europee e la stessa cancelliera della Germania si sono prodigate a ribadire che si farà tutto il necessario per salvare Atene.

Trichet: «Attuare rapidamente il risanamento dei conti e le riforme» - A fronte delle tensioni che continuano a circondare i debiti pubblici, i paesi dell'area euro devono «attuare rapidamente» gli impegni presi sul risanamento dei conti pubblici, accompagnando questi sforzi con profonde riforme strutturali e al tempo stesso muovendosi con altrettanta tempestività anche sul versante degli impegni assunti come insieme di Unione valutaria, per rafforzare i meccanismi anti crisi europei. E' rilanciando i forti richiami che da mesi la Banca centrale europea va ripetendo che il presidente Jean-Claude Trichet ha concluso il suo atteso intervento al seminario Eurofi a Wroclaw, in Polonia, dove domani si aprono i lavori del Consiglio informale Ecofin.
Mentre redarguisce i governi invitandoli a fare il necessario per aggiustare i bilanci pubblici, la Bce fa la sua parte per contrastare le tensioni di mercato. «Le decisioni coordinate a livello globale che abbiamo comunicato questo pomeriggio - ha sottolineato - sono una chiara dimostrazione della stretta collaborazione e dell'unità di propositi» tra banche centrali. Oggi la Bce, la Fed americana e le banche centrali di Giappone, Gran Bretagna e Svizzera hanno lanciato una nuova iniziativa concertata volta a garantire alle banche dei rispettivi sistemi liquidità supplementari in dollari. Misure che appaiono volte a scongiurare il rischio che le recenti tensioni di mercati finiscano per compromettere i circuiti dei prestiti interbancari.
Più in generale Trichet ha richiamato autorità pubbliche ma anche protagonisti del settore privato ad «attuare rigorosamente e pienamente» tutto ciò che è stato deciso negli ultimi anni, in cui sono state portate avanti una serie di riforme in vari settori, ad esempio con la riforma di Basilea III sul settore bancario. Ma «resta molto da fare», ha avvertito e «non ci sono margini di tolleranza in nessun settore», e vi sono diverse nicchie della Finanza in cui è più che opportuno effettuare analisi approfondite, come sul sistema bancario ombra, o sui rischi che l'utilizzo di certi meccanismi, ad esempio il rating ad alta frequenza, può creare sulla stabilità. Su questo Trichet ha ricordato come un ruolo di primo piano spetti al Financial Stability Board; riferendosi all'istituzione internazionale presieduta dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.
Ma l'ultimo dei richiami che ha lanciato è stato nuovamente sulle finanze pubbliche: ha ricordato come da tempo la Bce raccomandi «gestioni solide dei bilanci, politiche economiche sane e riforme strutturali e una rigorosa attuazione del rafforzamento delle regole di governance economica». Peraltro Trichet ha puntualizzato come la necessità di avere regole di bilancio più rigorose non riguardi «solo i periodo di tensione, ma anche le fasi di generalizzato benessere» in cui sia i governi che gli operatori privati tendono a abbassare la guardia. «Richiamiamo tutte le autorità - ha concluso Trichet - ad attuare rapidamente tutte le decisioni perse e a spingersi in avanti».