Quote latte, Fedagri: via la norma dalla manovra
La modifica delle competenze per la riscossione delle multe è finalizzata a sottrarre gli splafonatori al pagamento di quanto dovuto
ROMA - «Ancora un’occasione mancata per introdurre provvedimenti concreti a sostegno dello sviluppo dell’agricoltura italiana. La crisi del settore primario, orami sempre più acuta, non può essere affrontata introducendo in finanziaria una norma che di fatto dispone il blocco delle procedure Equitalia di riscossione coattiva delle multe per le quote latte, di cui beneficerebbero i soliti splafonatori, in spregio della stragrande maggioranza di produttori che sono in regola».
È questo il giudizio di Fedagri-Confcooperative sul DL Manovra del Governo.
«In merito alle quote latte - aggiunge Fedagri - non si comprende il perché proprio quando il problema delle inadempienze e il recupero delle multe dovute stava entrando nella fase della effettiva e definitiva soluzione, in applicazione della legge 33 del 2009, approvata dalla stessa attuale maggioranza, viene proposta la modifica delle regole scomodando un regio decreto del 1910».
«C’è da chiedersi – continua Fedagri nella nota – se il vero obiettivo di questa misura sia risolvere un problema già avviato a soluzione o se, invece, si vuole rimandare o vanificare definitivamente la questione a vantaggio dei pochi irriducibili produttori interessati, per alcuni dei quali proprio in questi giorni il Tribunale di Torino, con sentenza di appello ha confermato ed anzi aggravato la portata dei reati commessi nei confronti dello Stato e dell’UE».
«Auspichiamo - conclude Fedagri – che, anche alla luce dei gravi dubbi espressi dal presidente della Repubblica Napolitano, la norma venga tolta dal provvedimento del Governo, prima ancora che sia affidato all’esame del Parlamento. In caso di passaggio alle Camere ci aspettiamo comunque che, a differenza di quanto accaduto in passato, i parlamentari abbiano la possibilità di effettuare una serena e obiettiva valutazione della proposta affinchè venga eliminata dal testo per riportare finalmente il settore su un piano di equità competitiva, come continuano a chiedere, da anni, i 40.000 produttori in regola e la stessa Unione Europea».